Marino: “Sosterrò chi proseguirà nella direzione che ho avviato nel 2013”. E al referendum di ottobre? “Voterò convintamente no”
L’ex sindaco di Roma Ignazio Marino è stato intervistato da Enrica Agostini per RaiNews24. Incalzato dalle domande della giornalista, interessata a carpire qualche informazione su chi voterà alle prossime elezioni comunali del 5 giugno, Marino ha risposto: “Sosterrò chi proseguirà nella direzione che ho avviato nel 2013”.
Marino potrebbe votare Movimento 5 Stelle?
La direzione avviata da Marino nel 2013 potrebbe essere quella proposta dal Movimento 5 Stelle? Marino non si è espresso in merito, però ha ricordato che nel 2013 i consiglieri del M5S, tra cui il candidato sindaco Marcello De Vito, gli mostrarono le affinità dei contenuti tra i due programmi. “Al 90% il loro programma era identico al mio: un programma di risanamento”. Tuttavia i pentastellati rifiutarono la proposta di partecipare al governo della città, “su indicazione di Beppe Grillo”, e questo di certo non gioca a loro favore, entrando nell’ottica di Marino. Il quale vuole che gli eletti rispondano direttamente ai propri elettori, non a figure esterne.
La battaglia di principio di Marino: il sindaco risponda agli elettori, non ai partiti
Marino si è focalizzato soprattutto su questo punto. A suo dire, la legge del 1992 – in realtà approvata il 25 marzo 1993, n.81, ndA. – che introdusse l’elezione diretta del sindaco, sarebbe in pericolo. Infatti, il principio che lega il primo cittadino ai suoi elettori, svincolandolo dagli accordi tra le segreterie di partito e da quelli all’interno di esse, sarebbe venuto meno proprio nel suo caso emblematico, con una “sfiducia” consumatasi il 30 ottobre scorso nello studio di un notaio, dovuta alla dimissione contestuale di 26 consiglieri comunali, oltre la metà dei 48 eletti. Per evitare tutto ciò, Marino chiede ai candidati sindaci di ottenere per iscritto dai rispettivi capi-partito un impegno ad espellere “quei consiglieri che renderanno difficile il governo del sindaco eletto dal popolo” o che “complotteranno” contro di lui. In mancanza di tale assicurazione, Marino è certo che molti elettori romani, a partire da quelli che lo hanno sostenuto, questa volta non voteranno il Partito Democratico. Il sindaco eletto nel 2013 ne fa una battaglia di principio: il sindaco deve rispondere agli elettori, non ai partiti.
Marino: “Non sono una vittima innamorata del proprio carnefice”
Ha poi vantato i successi della propria amministrazione, tra cui i nuovi 22.000 cassonetti dell’immondizia in arrivo per i romani, il cambiamento dei rapporti contrattuali all’interno dell’ATAC (Azienda per i Trasporti Autoferrotranviari del Comune di Roma) a seguito del quale ora i macchinisti timbrano il cartellino, e soprattutto il non aver creato nuovi debiti.
L’intervistatrice gli ha domandato allora i motivi della sua mancata ricandidatura. Così ha risposto Ignazio Marino:
Ritenevo che non ci fossero più le condizioni. Nella coalizione i 19 consiglieri del PD erano l’elemento più importante. Però non sono una vittima che si innamora del proprio carnefice e ho pensato che in questo momento fosse importante avere una pausa di riflessione.
Referendum costituzionale di ottobre, Marino voterà convintamente no
Un ultimo appunto riguarda il referendum costituzionale di ottobre, in vista del quale ha voluto fugare ogni dubbio: “Voterò convintamente no”. L’ex inquilino del Campidoglio teme infatti un’ulteriore interferenza delle segreterie di partito per la nomina dei 100 senatori, che saranno scelti tra i sindaci e i consiglieri regionali, e votati da essi. Per uno come Marino che dal 2009 sostiene l’abolizione completa del Senato, la riforma costituzionale rappresenterebbe “un gran pasticcio che rischia di limitare la democrazia nel nostro Paese”.