Classi sociali, rapporto Demos: l’Italia senza middle class
Classi sociali: secondo l’ultimo rapporto Demos sulla mobilità sociale, sempre meno italiani si percepiscono come appartenenti alla «classe media». Se nel 2006, il 60% si riteneva all’interno della middle class, oggi, solo il 39% la pensa nello stesso modo. Un calo vertiginoso a cui fa da contraltare un aumento del numero di coloro che si posizionano in una classe bassa/medio bassa: prima della crisi, solo il 28% del campione Demos si percepiva all’ultimo scalino della piramide sociale.
Classi sociali, rapporto Demos: l’Italia senza middle class
Parallelamente al “crollo” della classe media è andata crescendo negli ultimi 8 anni l’«incertezza nel futuro»: nel 2016, il 66% degli italiani ritiene inutile fare progetti impegnativi per sé o per la propria famiglia. Negli ultimi 3 anni, la stessa percentuale non ha mai superato quota 60%, nel 2015 si attestava al 59%.
Stringendo la lente di ingrandimento sulla percezione della propria classe sociale in base alla condizione professionale si può notare come il 65% degli “operai” ritiene di appartenere alla classe sociale più bassa. Nel 2011, solo il 48% la pensava allo stesso modo, mentre il 50% si percepiva all’interno della classe media. Pensionati, casalinghe e, soprattutto, disoccupati si sentono sempre più poveri. Nel 2011, solo il 3% dei «liberi professionisti» riteneva di appartenere alla classe più alta, 5 anni dopo, addirittura il 14% si percepisce all’interno di quest’ultima. Oltre ai liberi professionisti formano la middle class italiana anche i «lavoratori autonomi/imprenditori»: nel 2011, il 46% riteneva di appartenere al ceto medio, nel 2016, il dato è in crescita di ben 6 punti di percentuali.