Bonus 80 euro: 1,5 milioni di italiani hanno dovuto restituirlo
Nell’ultimo anno solare trascorso, 1,5 milioni di italiani hanno dovuto restituire allo Stato italiano gli 80 euro del bonus Renzi. Nel 2015 è stato, infatti, il 12,5% dei beneficiari a dover ridare all’Agenzia dell’Entrate la somma percepita grazie al bonus: un caso su otto. Un dato rilevante se tenuto in considerazione del numero di imprese che hanno erogato il beneficio a circa 11,6 milioni di italiani.
Come si legge su “Il Fatto Quotidiano” la beffa del bonus 80 euro colpisce soprattutto le fasce meno abbienti, poiché i beneficiari del bonus sono i lavoratori dipendenti con una fascia di reddito compresa tra 8mila e i 26mila euro. In pratica, chi è andato al di sotto o al di sopra di queste soglie non ha diritto allo sgravio. Il paradosso è quindi per coloro che percepiscono un reddito al di sotto degli 8 mila euro, ora costretti affrontare la gravosa situazione di dover restituire l’intera cifra in un’unica rata.
Bonus 80 euro: chi lo ha restituito
A tal proposito, dai dati risulterebbe che 341mila contribuenti nel 2015 abbiano percepito un reddito inferiore ai 7.500 euro. Una somma che li ha obbligati a ridare indietro gli 80 euro erroneamente finiti nella loro busta paga, per un totale di 55 milioni di euro, circa 160 euro a testa. In totale, gli 1,5 milioni di lavoratori hanno dovuto ridare all’Agenzia delle Entrate 320 milioni di euro, circa 220 euro a testa.
In molti casi, errori si riscontrano nelle richieste del bonus Renzi effettuate dai datori di lavoro, che devono “determinare la spettanza del credito e il relativo importo sulla base dei dati reddituali a loro disposizione”, come dice la stessa Agenzia delle Entrate. L’errore più comune è proprio dovuto al fatto che i “dati reddituali” a disposizione dei datori di lavoro sono per lo più insufficienti.
Il bonus degli 80 euro nella busta paga dei lavoratori dipendenti era stato voluto personalmente del premier Matteo Renzi, alla vigilia di quelle elezioni europee che permisero al partito di cui è segretario di conquistare il famoso 40% dei voti. Oggi, il Governo studia la possibilità di estendere il bonus 80 euro anche alla pensioni minime.
Andrea Ficchì