La moratoria chiesta da Renzi alla minoranza Pd in vista delle amministrative sembra essere già finita. A Cuperlo e compagni non sono piaciute due interviste rilasciate dal premier e dal ministro della Cultura Franceschini.
Ad Avvenire, il capo del governo si è detto “deluso” dalla minoranza dem. “Avevo chiesto un minimo sforzo per le amministrative. Una tregua nella polemica. Ogni giorno invece leader anche autorevoli cannoneggiano sul quartier generale con linguaggio che non usano nemmeno le opposizioni più dure”. A Repubblica il ministro ha puntato il dito contro chi vuole “distruggere il Paese”. “Chi vuole affrontare il segretario dentro il Pd lo sfidi al congresso – attacca Franceschini – chi lo vuole sconfiggere nel Paese, lo sfidi alle politiche. Ma usare una riforma attesa da 30 anni per buttarlo giù è un atto contro il Paese”.
Pd, la replica della minoranza
A loro hanno risposto in coro Cuperlo: “L’intervista di Franceschini è l’espressione imbarazzante di una profonda disonestà politica ed intellettuale”, Speranza: “Assistere a queste uscite polemiche mentre noi della minoranza saltiamo da un palco all’altro cercando di far vincere le elezioni al Pd, mi pare davvero surreale” e Gotor: “Un eccesso di opportunismo produce un surplus di disonestà intellettuale”.
Il presidente Pd, Matteo Orfini, ospite ad Un Giorno da Pecora, cerca di stemperare la tensione con una battuta: “Visto che la moratoria non ha funzionato, facciamo che per ogni litigata interna si viene a fare due giorni di volantini al mercato”. Basterà?