L’avventura politica di Matteo Renzi, se il referendum costituzionale dovesse andare a buon fine, non terminerà nel 2018. Ma nel 2023. A dirlo è lo stesso premier durante la manifestazione “The Future Makers 2016“, dove ha incontrato 100 studenti tra i 23 e i 26 anni selezionati dal Boston Consulting group.
“Introdurremo il principio anglosassone dei due soli mandati e io conto di arrivare al massimo a febbraio 2023. Dopo sarò libero cittadino, io devo cambiare il Paese e non un ufficio” ha detto il capo del governo.
Una dichiarazione che ha diversi destinatari. Dalla minoranza Pd al M5S passando per il centrodestra lacerato.
Il premier non ha intenzione di farsi da parte. Soprattutto se ad ottobre vincerà la partita del referendum costituzionale. “Se vinciamo il referendum un politico su tre va a casa, per questo sono tutti contro di me. Noi abbiamo troppi politici in Italia, la riduzione dei politici in Italia è la priorità per essere credibili fra voi”.
Renzi è conscio che le principali insidie arriveranno dal fronte interno. Lo ha confidato ai suoi fedelissimi “Io andrò a spiegare che con il referendum si riducono i costi della politica e i parlamentari. Capite che non c’è partita. Quindi palla lunga e andiamo avanti che ancora mancano mesi al traguardo. Però non ho dubbi su come andrà a finire”.
Un atteggiamento arrogante il suo? Renzi lo ammette candidamente ad un evento Coldiretti: “C’è chi la chiama arroganza, chi consapevolezza. Ma l’unico modo di resistere alla pressione è avere una direzione e proseguire. Mi sono dato una regola: non consentire mai a un giornalista di cambiarmi l’umore nel corso della giornata, naturalmente questo è un problema, perché è un atteggiamento tacciabile di arroganza. È vero, lo ammetto, è un limite che ho”.
Lo sa bene la minoranza Pd che, per bocca di Bersani, fa sapere di essere stufa delle continue “provocazioni” e di non essere “intimorita” dai “toni arroganti e volutamente divisivi”.
Una scissione non è però al momento ipotizzabile. Renzi ne è convinto: “Non credo proprio se ne andranno. Quelli che ci vogliono veramente del male sanno che ce ne possono fare di più da dentro”.
Renzi, sfida con la minoranza dem dopo le amministrative
Alla minoranza dem il premier è pronto a concedere il Congresso: “Lo avranno però non mischiamo i piani, un conto è questo appuntamento, un’altra storia sono le amministrative e il referendum”.
E su questo punto le intenzioni dei due schieramenti sembrano convergere. “I nodi politici – dice Roberto Speranza – sono tanti e molto seri, ma ne discuteremo solo dopo le Amministrative”.