Occupati e disoccupati entrambi in aumento. Ma come è possibile?
E’ già successo altre volte, e per qualcuno è un evento difficile da capire. Il caso si è ripresentato nel mese di aprile, ed è quindi un’occasione per vedere in quali casi e perchè accade un fenomeno simile, e quali implicazioni economiche ha.
Si tratta della coincidenza tra l’aumento degli occupati e quello dei disoccupati.
Istintivamente i più potrebbero pensare che non è possibile, che se aumentano gli occupati i disoccupati dovrebbero diminuire, e viceversa, ma non è così. I disoccupati non sono i non occupati, proprio per nulla, soprattutto in Italia
Occupati e disoccupati entrambi in aumento di 50 mila persone
Nell’aprile 2016 sia gli occupati che i disoccupati sono aumentati di 50 mila persone circa rispetto al mese precedente.
Quelli che sono diminuiti, e non di poco, di 113 mila unità, sono gli inattivi, ovvero coloro che non lavorano e non cercano lavoro.
I disoccupati infatti sono coloro che non stanno lavorando ma stanno ricercando un’occupazione, e quindi il contraltare del gruppo degli occupati è la somma di inattivi e disoccupati.
Se qualcuno non lavora, in sostanza, non è detto sia disoccupato, ma può essere inattivo, e sappiamo come l’Italia sia tra i Paesi con il maggior numero di persone che neanche lo cercano un lavoro.
E’ successo che questa categoria abbia perso 113 mila persone, che si sono divise piuttosto equamente tra chi ha trovato un lavoro e chi invece si è messo a cercarlo, divenendo disoccupato. Il resto è la perdita demografica, le persone in età da lavoro sono diminuite.
E così assistiamo a una dinamica finalmente in aumento degli occupati, che superano il record di aprile 2015, dopo alcuni mesi di incertezza in inverno.
Il tasso di disoccupazione rimane stabile, risalendo dopo il calo di marzo, ed è il numero degli inattivi che scende a nuovi minimi
Se a livello annuale il calo dell’inattività si nota sia tra gli uomini che tra le donne, nel mese di aprile in particolare sono state queste ultime ad attivarsi, anche se in gran parte questo è sfociato nell’entrata nel novero dei nuovi disoccupati, che devono il proprio aumento proprio alla componente femminile, visto che sono calati tra gli uomini.
E’ un trend che appare in contraddizione con quello degli anni passati, quando erano le donne ad essere favorite durante la crisi, avendo perso meno posti di lavoro degli uomini, o meglio avendone ottenuti di più in alcuni settori mentre se ne perdevano in altri.
Occupati e disoccupati, ancora grandi differenze per età,bene gli ultra 50enni, ma c’è più equilibrio
Si è detto prima che gli inattivi che smettono di essere tali almeno in parte trovano lavoro. Non è detto che sia così.
Il numero di inattivi diminuisce anche perchè di fatto alcuni di questi superano l’età di 65 anni che è quella che si considera come età lavorativa ed escono dal conto, e questi sono magari più dei 15 enni che entrano nella statistica, ma soprattutto a parità di età ci sono meno pensionati, quindi inattivi, sotto i 65 anni, cosicchè risulta un calo di inattivi e contemporaneamente un aumento degli occupati, ma non si tratta in realtà di persone che hanno trovato un nuovo lavoro.
Questo è evidente anche dal seguente prospetto ISTAT in cui si osserva come al di sopra dei 50 anni sono aumentati gli occupati più che in ogni altra fascia di età, e sono diminuiti gli inattivi contemporaneamente.
La novità rispetto ai valori annuali è che mentre in questi ultimi era evidentissimo come quasi tutta l’occupazione in più venisse dai più anziani (+261 mila occupati), ad aprile sembra esserci un equilibrio maggiore e comincia a muoversi anche la fascia tra i 15 e 24 anni, come già si era visto nei mesi scorsi, tra cui c’è un deciso abbandono dell’inattività, ma anche, novità assoluta quella dei 25-34 enni, tra cui calano non solo gli inattivi, ma anche i disoccupati.
Era una fascia che aveva sofferto moltissimo la crisi, come si vede dai dati annuali, ancora decisamente deludenti. Ora in aprile ha visto un aumento degli occupati e un calo dei disoccupati.
Vediamo se è solo un calo o l’inizio di un trend positivo.
Coloro che ancora soffrono sono i 35-49 enni: hanno perso 125 mila posti in un anno, quasi tutti andati tra gli inattivi, in aprile il calo seppure molto attenuato degli occupati è proseguito e invece che nell’inattività chi non trova un lavoro è finito nella disoccupazione. Un piccolo ma parziale segnale di miglioramento
Nel complesso questo aggiornamento di aprile è tra i migliori degli ultimi mesi. L’occupazione cresce in modo costante ora, e non solo tra i più anziani per effetto delle riforme delle pensioni.
Chi non lavora tende di più a cercare un posto invece che rimanere inattivo, altro fatto positivo, e naturale per un Paese con così pochi lavoratori.
Quello che conta è l’occupazione. e il suo tasso, ovvero quanti lavorano su 100 15-64 enni, ed è un dato in salita finalmente in tutte le fasce di età