Comunali Bologna, l’analisi SWG: per Merola riconferma senza emozioni
Comunali Bologna, l’analisi SWG: per Merola riconferma senza emozioni
Un pò una spina nel fianco per il Partito Democratico il risultato che è maturato domenica sotto le due torri. Il sindaco uscente Virginio Merola attendeva una riconferma già al primo turno, una speranza alimentata anche dagli ultimi sondaggi che lo vedevano fortemente in vantaggio su tutti gli altri candidati e, soprattutto, sulla sfidante più attesa la leghista Lucia Borgonzoni. Invece, si dovrà attendere il ballottaggio per conoscere il nuovo inquilino di Palazzo d’Accursio. Tuttavia, secondo l’analisi di SWG, Merola avrà ben pochi problemi ad ottenere un secondo mandato il 18 giugno, anche se l’attuale primo cittadino non riscalda i cuori degli elettori felsinei.
Infatti, il Pd bolognese, come si vede dal grafico sopra, ha ceduto il 10% al M5S, fortemente cresciuti in città, e addirittura il 20% al “partito dell’astensione”. Meno di quanto ci si aspettasse alla vigilia, i Dem hanno lasciato alla “sinistra” (Martelloni). Tuttavia, l’affermazione di Merola rimane netta (come si vede dal posizionamento dello “zoccolo duro” Dem: il 60% di chi ha votato Pd alle Europee nel 2014 ha votato per il sindaco uscente), seppur notevolmente al di sotto delle aspettative.
Comunali Bologna, l’analisi SWG: per Merola riconferma senza emozioni
D’altra parte, con la Borgonzoni si è schierato nettamente l’elettorato della Lega Nord (“riscaldato” poche ore prima del voto dalla performance di Matteo Salvini che si è letteralmente imbavagliato a Piazza Maggiore perché contestato dagli Autonomi bolognesi e non solo). Ma chi ha più spinto la Borgonzoni al ballottaggio, però, sono stati gli elettori di Forza Italia: il centrodestra “liberale” manca dalle parti della Garisenda da almeno un decennio. Pochi, come si accennava prima, gli scontenti del Pd, ancora meno quelli del M5S, che hanno votato per lei.
Diametralmente, il candidato pentastellato Massimo Bugani ha intercettato i voti del 10% degli elettori del Pd, probabilmente, rubandoli alla sinistra. Infatti, come si può notare dal grafico in basso, ha fatto bene tra “poveri”, “operai” ma, soprattutto, tra i più giovani (18-34).