Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi “ha capito che la tv pubblica è l’ultima sopravvissuta del vecchio sistema politico”. Parola di Michele Santoro, che intervistato da Repubblica interviene sui tagli alla Rai annunciati dal governo e sottolinea: per la tv pubblica “questa scossa è un’opportunità. Dovrebbero avere l’ambizione di porsi un passo avanti rispetto alla politica, non a rimorchio, come avvenne negli anni Sessanta”. “Penso che la Rai – continua il giornalista – possa salvarsi solo così: un canale finanziato col canone, che faccia tutto quello che il mercato non fa, niente reality, grande informazione, innovazione, e due canali aperti ai privati”.
Santoro esclude che la scelta del governo favorisca le reti di Berlusconi: “Mediaset e Rai vengono da vent’anni di non belligeranza e la pax ha prodotto in entrambi i campi una burocrazia di dirigenti che non sa più fare televisione, e che il premier ora mette in crisi”. Il giornalista televisivo sottolinea però come la debolezza del premier sia nel progetto: “Temo che non sia ispirato da una visione profonda. Togliere senza preavviso 150 milioni di euro, il 10 per cento degli incassi dal canone, significa costringere l’azienda a tagli lineari, a ridimensionare il prodotto”. E a chi gli chiede se farebbe sciopero se fosse ancora in Rai risponde: “Penso di sì, resto ‘un vecchio comunista: se il mio sindacato me lo chiede non faccio il crumiro”.