Comunali: l’astensione penalizza sia il Pd che il M5S per La Stampa
Comunali: l’astensione penalizza il Pd che il M5S per La Stampa
Secondo l’analisi del voto condotta dalla Stampa è tangibile il calo di consensi subito dal Partito Democratico. A Milano, i Dem hanno perso 24mila voti (in termini assoluti) rispetto alle comunali del 2011 e, addirittura, 62mila in confronto alle politiche dell’anno dopo. A Roma, invece, il Pd ha perso 67mila voti considerando il risultato ottenuto alle locali di 5 anni fa ma è soprattutto in confronto alle politiche che si evidenzia un vistoso calo di consensi: rispetto alle politiche del 2016, il Pd ha perso 257mila voti. Anche il M5S subisce una flessione in termini assoluti perdendo, rispetto alle ultime politiche, 24mila voti a Roma e 69mila nel capoluogo lombardo.
Comunali: l’astensione penalizza sia il Pd che il M5S per La Stampa
Dall’analisi del voto torinese emerge un’interessante composizione del voto ai due candidati che si sfideranno al ballottaggio ossia Piero Fassino del centrosinistra e Chiara Appendino del M5S. Quest’ultima sembra essere riuscita a far breccia in una larga fetta dell’elettorato che si è espresso in favore di Fassino nel 2011 (su 100 elettori di centrosinistra del 2011, lo hanno seguito nel 2016 soltanto 42; ben 32 di loro avrebbero votato per la Appendino, 14 si sarebbero astenuti).
Inoltre, la Appendino è riuscita ad attingere un po’ da tutti gli schieramenti e persino nella misura del 7% dal “partito dell’astensione”. Tuttavia, l’elettorato di Fassino, che ha avuto accesso al ballottaggio da primo, sembra aver subito una vera e propria “mutazione genetica”: è vero, ha ottenuto ancora una volta il consenso di una buona parte degli elettori di centrosinistra, ma ha anche pescato a piene mani nell’elettorato che nel 2011 aveva votato per i candidati di centro e centrodestra (evidentemente più “forti” rispetto a quelli del 2016).