Comunali Roma, nei municipi il PD recupera e supera il M5S, i dati
Come sappiamo nelle grandi città sopra i 100 mila abitanti non si vota solo per il sindaco e per il consiglio comunale, ma esiste un altro livello di governo, quello dei Municipi, che in un certo senso è quello più vicino ai cittadini, dovendo gestire alcuni servizi molto prossimi alla vita di tutti i giorni della popolazione.
A Roma poi i 15 municipi esistenti sono di fatto città ognuna in media con più di 170 mila abitanti, più grande della gran parte dei centri italiani.
Non stupisce che molti cittadini sentano la realtà del municipio come staccata da quella del Campidoglio, quasi come un elettore sente il proprio comune un’entità distinta dalla regione. E questa diversità si è presentata anche al voto di domenica scorsa
Comunali Roma, il M5S perde anche il 7-8% in alcuni municipi rispetto al voto per il Campidoglio
Il voto alla Raggi, che ha superato il 35%, sembra essere stato il classico voto di opinione, in seguito alla delusione per l’esperienza Marino, e soprattutto per il degrado generale in cui è caduta Roma dal punto di vista materiale e morale, con le indagini su Mafia Capitale che hanno portato la città sui media di tutto il mondo.
Nonostante la mancanza di radicamento il M5S ha intercettato il voto di più di un terzo dei romani, ma soprattutto, secondo SWG, quello del 35% degli elettori di Marino.
Si tratta in parte di elettori che in un voto nazionale probabilmente non sceglierebbero il Movimento 5 Stelle, ma che in una situazione così particolare, confermando quella liquidità del voto ormai divenuta regola, danno un voto di protesta che non corrisponde al proprio sentire originario.
E questo è confermato dall’analisi del voto per i municipi. Dove si eleggevano amministratori più vicini, magari più conosciuti, uscenti, in cui non si erano riverberati i temi che hanno determinato l’elezione al Campidoglio.
Le cose sono andate in modo molto diverso infatti nell’elezione di 15 Municipi romani. Il Movimento 5 Stelle non è riuscito a confermare l’exploit mostrato nel voto per il sindaco, dove ha vinto in 13 municipi su 15. Ebbene in questo caso il proprio candidato a presidente del Municipio è prevalso solo in 5 su 14 (per il muncipio 10 ancora non ci sono dati), come mostrano le mappe di Rerumromanarum
Come si nota le aree del centro, decisamente più ricche, hanno votato in modo molto diverso dalla media, preferendo anche per il Comune Giachetti sulla Raggi, 34,3% a 25%.
Vediamo come cambiano le cose nei Municipi
Comunali Roma, anche Marchini oltre a Giachetti meglio nei Municipi
La sensazione è che nei Municipi si compensino quegli esiti estremi del comune, e si ritorni a trend più tradizionali, non solo a sinistra, ma anche a destra.
Una parte degli elettori di Virginia Raggi, evidentemente proveniente da sinistra, ha votato la propria coalizione “naturale” al municipio, scegliendo la coalizione di centrosinistra. Si tratta più o meno di un recupero rispetto al comune di un 2-5% per il PD e alleati.
Il massimo scarto è il 7,4% in più nel municipio 11.
Allo stesso tempo il Movimento 5 Stelle perde il 4-9%, con un massimo del 9,3% nel municipio 13.
A destra sembra esserci anche stato un travaso dal voto per Giorgia Meloni alla coalizione di Marchini. Si tratta probabilmente di elettori di centrodestra che hanno fatto un voto utile per la candidata presunta più forte, ma che localmente hanno preferito dare il proprio consenso a qualcuno magari di conosciuto, soprattutto della lista Marchini che ha aumentato i voti nei municipi, dove l’abbraccio mortale di Berlusconi è apparso più lontano.
La coalizione di Marchini nei municipi recupera tra l’1 e il 3%, mentre la coalizione Meloni perde tra 0 e 4 punti, come per esempio nel Municipio 8.
Nel Municipio 15, storica roccaforte di destra di Roma Nord, la coalizione di Marchini supera quella di Meloni nel voto municipale.
Qui si può vedere il voto in ogni municipio selezionando quello di interesse e le differenze tra il voto ai candidati sindaco (C) e ai candidati presidenti delle rispettive coalizioni nei municipi (M)
Quanto accaduto da un lato può esser eletto in modo ottimistico dal PD, che può pensare che quando non vi sono condizioni “eccezionali” il centrosinistra attira ancora una maggioranza perlomeno relativa degli elettori, ma dall’altro è anche un campanello d’allarme per Renzi, visto che si conferma la liquidità di un elettorato che non dà alcuna appartenenza per scontato, anzi.