Il voto cattolico non c’è più: è questa la situazione che sembra emergere dai risultati dell’ultima tornata elettorale. Il successo del Family Day dello scorso gennaio, organizzato per protestare contro il ddl Cirinnà sulle unioni civili, non sembra aver prodotto i risultati sperati in termini di voti.
Voto cattolico, il flop di Adinolfi
Sull’onda della protesta Mario Adinolfi, direttore de La Croce, aveva lanciato Il Popolo della famiglia, lista destinata a debuttare alle amministrative dello scorso 5 giugno. Al di là dei proclami (“Faremo la storia” – aveva annunciato Adinolfi alla presentazione delle liste), l’elettorato è rimasto indifferente: 0,6 per cento a Roma, 0,52 a Torino, 1,1 per cento a Milano. Un risultato che non sembra però aver scoraggiato Adinolfi, che sulle pagine della Croce ha commentato: “l’esordio in poche settimane del Popolo della Famiglia è la sola novità del panorama cattolico” – che però: “esce a pezzi dalla competizione elettorale”. La responsabilità del fallimento elettorale per Adinolfi è di alcuni ambienti della Cei, che hanno scelto di sostenere Alfio Marchini, mentre l’impressione “è che la chiesa si sia quasi rassegnata ad avere una stragrande maggioranza dei fedeli che esce dalla messa domenicale e va a votare il Movimento 5 stelle oppure il radicale Giachetti”.
Al di là delle analisi di Adinolfi, ciò che emerge dagli ultimi risultati elettorali è il tramonto dell’idea di creare una sorta di partito cattolico. La tesi era stata sostenuta già dallo stesso cardinale Camillo Ruini, che aveva affermato che “l’unità dei cattolici in un solo partito non può avere futuro”, poiché “nella chiesa si è fatto strada un pluralismo marcato, impensabile quando alla fine della guerra nacque la Democrazia cristiana”. La strada da seguire, suggeriva Ruini, è quella della presenza capillare lungo l’intero arco politico, visto che “esiste un’unità su princìpi e contenuti fondamentali che supera la forma partito”. Un’indicazione che però non ha trovato d’accordo parte del mondo cattolico. Nonostante il flop elettorale, la battaglia andrà avanti. Massimo Gandolfini, protagonista del Family Day, guida il fronte cattolico del no al referendum costituzionale. Nessuna vendetta contro la legge Cirinnà, dice: solo la determinazione a frenare Matteo Renzi.