Sondaggi Referendum Costituzionale: i No superano i Sì per Euromedia
Avanza il fronte del NO alla riforma costituzionale. Stando ai primi dati dell’ultimo sondaggio di Euromedia Research realizzato lunedì 6 giugno, i favorevoli alla modifica costituzionale sostenuta da gran parte dell’esecutivo si fermerebbero al 47,9%, contro il 52,1% che dichiara di votare NO al Referendum confermativo di ottobre. Dati da prendere ovviamente con le molle vista la distanza temporale dal giorno in cui gli italiani saranno chiamati alle urne, tuttavia rappresentano un’altra gatta da pelare per il premier Matteo Renzi dopo il non certo esaltante risultato del Partito Democratico nel primo turno delle amministrative.
Il presidente del Consiglio così come Maria Elena Boschi hanno legato il proprio destino politico e quello del governo all’esito referendario. Una personalizzazione condannata da molti, in primis la minoranza interna al PD che teme un effetto boomerang per il premier ma anche, se dovessero vincere SI, un riequilibrio dei rapporti interni che li vedrebbe messi ai margini.
Sondaggi Referendum Costituzionale: gli schieramenti
Chissà quanto avrà pesato in questo primo sondaggio l’uscita poco felice della ministra delle Riforme e dei Rapporti con il Parlamento sui “veri partigiani” pronti a schierarsi per il Sì al nuovo Senato. Non pare aver sortito effetto neanche il dietrofront del premio Oscar Roberto Benigni che ha pubblicamente sposato la causa dei fautori del Sì. Intanto la macchina elettorale messa in moto dal segretario/premier comincia a muoversi. Quasi costituiti tutti i diecimila comitati a sostegno del Sì, mentre si attende di vedere l’apporto che darà il guru delle campagne elettorali americane Jim Messina, spin doctor di Barack Obama
Dall’altra parte dello schieramento cavalcano questo primo sondaggio con euforia. La Lega e il M5S continuano a collegare il NO alla riforma al NO al governo Renzi. L’Anpi è rimasta ferma sulla posizione iniziale, nonostante qualche vecchio partigiano abbia espresso il proprio consenso alla riforma. In definitiva ancora presto per tracciare il sentiero lunga il quale si svilupperà nei prossimi mesi la campagna elettorale. Di certo, in un momento così delicato, Matteo Renzi avrebbe almeno sperato di ricevere notizie positive dal fronte referendario.