I dipendenti pubblici e l’articolo 18
Tutta una questione di sentenze. Che poi è una questione politica, in verità: l’articolo 18 vale per i dipendenti della Pubblica Amministrazione. Per gli altri non c’è più. Uno scandalo, secondo alcuni commentatori. Una vera e propria discriminazione, a detta di più giuslavoristi.
Tutto nasce dalla sentenza 11868/2016, che contraddice la sentenza 24157/2015 della Cassazione stessa: nella Pa non si può licenziare con le regole decise negli ultimi anni. Si parla del tanto discusso articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori: per i licenziamenti nello Stato, vale l’articolo 18 sul reintegro circa i licenziamenti illegittimi. Per gli altri, no. Vale la Legge Fornero (legge 92/2012). Nella sentenza della Cassazione: “non si estendono ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni”, fino ad un “intervento normativo di armonizzazione”, le modifiche apportate all’articolo 18 dalla legge Fornero, “con la conseguenza che la tutela da riconoscere a detti dipendenti in caso di licenziamento illegittimo resta quella assicurata dalla previgente formulazione della norma”.
Articolo 18, le proteste dei giuslavoristi
Proteste partono dai giuslavoristi. Aldo Bottini, presidente degli Avvocati giuslavoristi italiani, afferma che sull’art. 18 si è creata “una disuguaglianza insostenibile tra pubblico e privato”. E a chi vuole mettere sotto accusa il Governo, risponde direttamente il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: “la legge che abbiamo fatto sul mercato del lavoro, il Jobs Act, era chiarissima e noi lo abbiamo sempre detto che riguardava il settore privato e non il pubblico”. Nessuna doppia interpretazione, quindi. L’attacco all’art. 18 riguardava il settore privato, non il pubblico. “La sentenza della Cassazione di oggi fa riferimento all’art. 18 addirittura pre-Fornero”, afferma Poletti. “Sono d’accordo con la ministra Madia su questo punto. Tra l’altro il ricorso non è stato di un lavoratore, ma di una Istituzione. Se poi nella riforma nella Pubblica amministrazione ci saranno correzioni o meglio adeguamenti, questo non so dire, è una domanda che va rivolta al ministro Marianna Madia”
Daniele Errera