Decreto salva città: cancellate sanzioni a metropoli e province
Decreto salva città: cancellate sanzioni a metropoli e province
Pronto il decreto salva città che consentirà alle Città metropolitane e alle vecchie Province di evitare di pagare le sanzioni, che ammontano circa a 1 miliardo di euro, scattate per aver sforato il patto di stabilità che imponeva una situazione di avanzo nei bilanci. Quest’anno la regola è stata modificata e ora basta un semplice pareggio di bilancio, tuttavia le vecchie sanzioni rimanevano sul tavolo e rischiavano di mettere in ginocchio gli enti locali.
Decreto salva città: cancellate sanzioni a metropoli e province
Il decreto, che doveva essere varato del consiglio dei ministri nella giornata di ieri e ora si attende l’approvazione prima del secondo turno delle amministrative, rappresenta una sana boccata di ossigeno per le Città metropolitane meno virtuose. Tra queste beneficeranno del decreto anche Roma, Milano, Torino e Napoli, città che attendono di conoscere il futuro sindaco dopo gli esiti del ballottaggio del 19 giugno prossimo. Oltre alle quattro grandi città alle prese con i ballottaggi, fanno parte del gruppo Genova, Reggio Calabria, Bari e Venezia. Mentre non è presente Bologna poiché la città delle Due Torri è tra quelle virtuose e con i conti in ordine.
La mano di aiuto del governo rappresenterebbe una manna dal cielo per le Città metropolitane già colpite dai tagli della legge di Stabilità 2016, anch’essi per un ammontare di circa un miliardo. Altri provvedimenti sono attesi da tutti gli ottomila comuni italiani, in particolare la ripartizione dei sei miliardi contenuti nel cosiddetto fondo di solidarietà e alimentato dai Municipi stessi e guidato da un principio redistributivo che aiuta i Comuni che hanno meno risorse.
Rimangono nel limbo dell’incertezza le vecchie Province che ancora non conoscono se la loro parte delle sanzioni, circa 500milioni di euro del miliardo totale, sarà condonata. Nel complesso, il sistema delle Città metropolitane e delle Province è in una situazione di forte difficoltà, stretto nella morsa del taglio delle risorse e della pesante riorganizzazione con il passaggio di molte competenze e funzioni alle Regioni, così come chiede la legge Delrio. Una riorganizzazione che prevede il trasferimento di 20mila dipendenti ad altre amministrazione dello Stato.
Andrea Ficchì