Italicum: ecco perché Renzi non vuole cambiarlo
Italicum: ecco perché Renzi non vuole cambiarlo
I ballottaggi di domenica potrebbero dare un duro colpo al Partito Democratico, nel frattempo, crescono le insicurezze legate al referendum di ottobre. L’atmosfera si fa pesante e sembra che, dopo le amministrative, bisognerà tornare sulla legge elettorale. D’altra parte, Matteo Renzi in queste ore sta lanciando un messaggio sia alla minoranza interna sia ai vari Verdini e Alfano: niente modifiche all’Italicum, né dopo le amministrative né dopo il referendum. Nonostante lo stesso premier abbia dichiarato durante RepIdee di non essere innamorato di questa legge e di preferire il Mattarellum, Renzi ha almeno un “poker” di ragioni per mantenere la legge così com’è ricorda Francesco Bei sulla Stampa.
Italicum: ecco perché Renzi non vuole cambiarlo
La prima “carta” per non cedere alla tentazione di modificare l’Italicum riguarda il fronte interno: “fuori dal Pd non c’è vita, ormai l’hanno capito. Ma con una legge elettorale diversa potrebbero essere incentivati alla scissione nell’illusione di creare un partitino a sinistra”. Seconda “carta” da giocare con i centristi: “I centristi chiedono il premio alla coalizione per allearsi con il Pd. Ma qual è la loro utilità marginale? Il loro peso è intorno al 3%. Meglio andare per la nostra strada con il partito a vocazione maggioritaria pensato da Veltroni”.
La terza “carta”, invece, serve a contrastare le mosse del centrodestra: visto che la frattura tra Berlusconi e Salvini si allarga ogni giorno di più “l’Italicum li costringerebbe a rimettersi insieme in un listone unico”. A quel punto Renzi avrebbe gioco facile a mostrare le contraddizioni di uno schieramento formato da lepenisti e moderati, insomma, “sarebbero loro a dover spiegare agli italiani come fanno a stare insieme i sostenitori di Trump e quelli di Merkel”.
“E infine, la quarta carta del poker – ricorda Bei – Nonostante la buona affermazione dei Cinque stelle, Renzi è convinto che la partita nazionale saranno ancora il Pd e il centrodestra a giocarsela. E grazie all’Italicum, che costringe la Lega a unirsi a Forza Italia. Proprio le amministrative per il premier sono la dimostrazione che la competizione può essere ricondotta – a patto che il centrodestra si presenti unito – a uno schema di gioco classico: destra contro sinistra. Fuori da ogni lettura convenzionale, per il leader dem il “tripolarismo” italiano si sconfigge grazie alla logica bipartitica imposta dal ballottaggio nazionale previsto dall’Italicum. Una legge “ortopedica” per correggere la dispersione dei voti e concentrarli su due grandi forze che competono al centro per il governo”.
C’è anche una quinta “carta” che, però, Renzi si guarda bene dall’esplicitare. Con i capilista “bloccati”, certo, si salveranno i vari Cuperlo, Bersani e Speranza, gli altri, invece, dovranno vedersela con le preferenze. Peggio che usare il “lanciafiamme”.