Referendum Brexit, Europa prepara piano di salvataggio

Pubblicato il 14 Giugno 2016 alle 16:14 Autore: Redazione
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Referendum Brexit, Europa prepara piano di salvataggio

I tifosi inglesi preferiscono votare al Referendum che vedere la propria nazionale trionfare  all’Europeo che si sta tenendo in questi giorni in Francia. A rivelarlo è un sondaggio YouGov che ha interpellato sulla questione supporters inglesi e gallesi. Il risultato è sorprendente. Il 77% degli intervistati ha infatti dichiarato che, se dovesse scegliere tra le due opzioni, preferirebbe andare a votare al referendum sulla Brexit piuttosto che festeggiare la conquista dell’Europeo da parte della squadra.

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L’appuntamento del 23 giugno si sta avvicinando. Le ultime rilevazioni danno i “Leave” in vantaggio sui “Remain” di ben 7 punti percentuali. Come abbiamo già evidenziato in un altro articolo, i risultati dei vari sondaggi vanno presi con la dovuta cautela.

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L’incertezza circa l’esito del voto ha però spinto molti grandi manager della City a commissionare anche un terzo tipo di sondaggi privati. Lo rivela il Corriere della Sera. “Sono i più affidabili, almeno in teoria, perchè vengono effettuati di persona casa per casa. Quest’ultimo tipo di sondaggi ha sempre prodotto una maggioranza a favore del Regno Unito dentro la Ue. Era circa il 55% a 45% fino a dieci giorni fa, poi il margine si è molto ristretto per poi riaprirsi”.

Referendum Brexit, Europa prepara piano di salvataggio

Sondaggi a parte, la Bce ha già pronto un piano anti-Brexit. Ieri, in un’audizione al Parlamento Europeo, Danièle Nouy, responsabile della vigilanza creditizia alla banca centrale, ha affermato che all’Eurotower si sta preparando un paracadute per i mercati. “Abbiamo chiesto dei piani agli istituti che potrebbero più patire gli choc e li collaudiamo per essere sicuri che siano adeguati”.

A Francoforte, rivela La Stampa, “hanno identificato le banche che ritengono più esposte, anzitutto quelle che hanno un profilo anche britannico. E’ seguito un lavoro caso per caso, anche perché ha sottolineato la signora Nouy, «i rischi legati all’uscita del Regno Unito dall’Ue variano da una banca all’altra»”.

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Una scelta non nuova. Un piano simile era stato approntato già nell’estate del 2015 quando i greci andarono alle urne per dire la loro sugli accordi europei. Anche allora “erano stati preparati tre scenari. Uno per il «sì», uno per il «no» e anche uno per un «sì» così debole da sembrare un «no»”.

Intanto la maggioranza dei fondi speculativi si è detta pronta a trasferire le basi operative a Dublino, se Londra si separasse dall’Ue. Un’ulteriore conferma che in gioco il prossimo 23 giugno non c’è solo il futuro politico dell’Unione Europea ma anche quello economico.

L'autore: Redazione

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