Bosnia: l’omaggio alle vittime serbe
Bosnia: l’omaggio alle vittime serbe
La Bosnia ed Herzegovina ha ben 3 presidenti – “a rotazione” esercitano la propria carica 8 mesi alla volta – che rappresentano i 3 «popoli costituenti», cioè i bosgnacchi, i serbi e i croati. Attualmente, il leader del paese si chiama Bakir Izetbegović ed è un bosgnacco. I circa 3 milioni di bosgnacchi che abitano la Bosnia ed Herzegovina sono in prevalenza musulmani sunniti. Questa introduzione è d’obbligo per dimostrare la portata del gesto del presidente Izetbegović che ieri ha reso omaggio ai 30 civili di etnia serba uccisi nel 1993 da paramilitari bosniaci a Kazani, piccolo centro situato sul monte Trebević, nei pressi della capitale Sarajevo.
Bosnia: l’omaggio alle vittime serbe
Si stima che i paramilitari serbo-ortodossi della Republika Srpska (Esercito serbo-bosniaco), nel corso dell’assedio di Sarajevo, abbiano fatto 11mila vittime (causarono la morte anche di circa 900 persone di nazionalità serba). Durato per 4 anni, dal 5 febbraio 1992 al 29 febbraio 1996, l’assedio di Sarajevo – il più lungo della storia moderna – è solo uno dei “crimini contro l’umanità” condotti da forze armate serbe contro bosniaci e croati nel contesto della sanguinosa Guerra di Bosnia (oltre 100mila le vittime in totale).
Alla luce di questi dolorosi ricordi, ancora vividi, pur criticabile, rimane – pragmaticamente parlando – comprensibile il fatto che, ancora oggi, una larga fetta dell’opinione pubblica bosniaca covi un risentimento verso i “serbi”. A volte però il passato, anche in regioni così martoriate, riesce a passare. Poggiando una corona di fiori vicino al monumento che li commemora, “sento di avere un debito con loro” ha detto Izetbegović – tra l’altro figlio di Alija Izetbegović, presidente bosniaco e poi membro della presidenza ininterrottamente dal 1990 al 2000 – riferendosi ai morti di Kazani, uccisi dalla 10ma brigata di montagna guidata da Mušan “Caco” Topalović.
Quest’ultimo è tuttora considerato un’«eroe di guerra» – fu proprio il padre dell’attuale presidente a riconoscergli tutti gli onori – mentre è la prima volta che dei leader politici musulmani bosgnacchi – era presente anche il primo ministro Denis Zvizdic – omaggiano i morti di Kazani. Non sarà l’ultima.