Cosa è successo tra D’Alema e Repubblica?
Cosa è successo tra D’Alema e Repubblica?
Il caso è scoppiato dopo che il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari ha riferito dei retroscena sull’ex presidente dei Ds. “Pur di mandare via Renzi, sono disposto a votare Lucifero, figuriamoci se mi tiro indietro davanti alla candidata grillina di Roma Virginia Raggi” avrebbe detto Massimo D’Alema secondo diverse fonti. Inoltre, sempre D’Alema, sarebbe pronto a schierarsi per il “no” al referendum costituzionale in vista della rinascita di una “sinistra riformista” che avrebbe nel governatore pugliese Michele Emiliano il leader più credibile, stando alle indiscrezioni giunte a Repubblica.
Cosa è successo tra D’Alema e Repubblica?
Non poteva essere ben accolto l’articolo comparso in prima pagina a firma Goffredo De Marchis. “Frasi false, frutto della fantasia del cronista e della volontà dei suoi mandanti” ha smentito tutto Massimo D’Alema. In coro Emiliano: “non si è svolto nessun incontro”. Intanto, Orfini non aveva fatto attendere la propria secchiata d’acqua sul fuoco: “spero che smentisca al più presto. E che venga a darci una mano in questi ultimi giorni di campagna” (per Giachetti, si intende).
Una spiegazione dell’accaduto è stata fornita da Pasquale Laurito, giornalista esperto in cose di D’Alema: “è in corso un gioco politico che dura da molte settimane, D’Alema non ha voluto commentare i risultati delle Comunali proprio per non essere trascinato in un gioco assurdo: un modo per fare caciara e intestare ad altri il prevedibile insuccesso del Pd alle amministrative. Se D’Alema è stato rottamato dal taverniere fiorentino perché gli si attribuisce tanta rilevanza politica? Chi è causa del suo mal, pianga se stesso”.
Insomma, sfruttando il risultato non certo brillante del partito alle ultime amministrative, D’Alema vorrebbe riprendersi la sua “rivincita” (e il partito): la spallata a Renzi passerebbe per il “sabotaggio” del secondo turno a Roma e Milano e, soprattutto, della consultazione referendaria di ottobre. I suoi interlocutori – nell’articolo di Repubblica si parla di diversi incontri – sarebbero l’ex ministro Massimo Bray, Ignazio Marino e il già citato Emiliano. Il quotidiano ha tenuto a ribadire l’autorevolezza delle sue fonti mentre il caso risulta essere stato “ufficialmente” archiviato al Nazareno, tuttavia, la sensazione è che nel Pd si stia preparando un vero e proprio “bagno di sangue”.