Virginia Raggi sindaco di Roma e Chiara Appendino sindaco di Torino: entrambe elette col MoVimento 5 Stelle. Sono questi i risultati che più stanno calamitando la discussione nelle ore del post-voto. In un articolo scritto dopo il primo turno abbiamo non a caso segnalato che un’analisi compiuta del turno amministrativo sarebbe stata possibile solo alla luce dei risultati del turno di ballottaggi. Cosi è stato: ecco un passaggio dell’articolo scritto a caldo dopo il primo turno e pubblicato il 6 Giugno 2016.
Nel caso di vittoria di Virginia Raggi a Roma la data del 19 Giugno 2016 entrerebbe negli annali del MoVimento. C’è da considerare la seconda partita che si è aperta a Torino. Chiara Appendino, dal profilo distante dallo stereotipo del candidato pentastellato, darà filo da torcere a Piero Fassino. E se il M5S conquistasse, oltre Roma, anche Torino sarebbe un evento politico di portata eccezionale.
Ecco chi ha previsto il sorpasso di Torino di Chiara Appendino
Mercoledì 8 Giugno 2016 il Corriere ha pubblicato l’intervista a firma di Marco Imarisio a Marco Boglione, patron del gruppo Basicnet. Per capirci si tratta dell’azienda proprietaria di marchi quali Robe di Kappa, Superga, K-way. Il manager torinese ha commentato cosi il dato del primo turno delle elezioni comunali dello scorso 5 Giugno.
Il ‘sistema Torino’ e la voglia di cambiamento
Ecco alcuni passaggi dell’intervista di Marco Boglione: “Premetto che a mio giudizio il sindaco ha governato bene, ristrutturando l’enorme debito della città senza farsi bruciare dalla crisi”. Quando il giornalista gli chiede di andare oltre la premessa Boglione risponde: “Da quando il sistema-Torino ha raggiunto gli obiettivi che si era prefissato , concludendo la trasformazione della vecchia città-fabbrica. Adesso si è ristretto l’orizzonte comune. Manca una visione, una direzione. Marco Imarisio domanda: “Possono farcela i 5 Stelle”. La risposta è chiarissima: “Da Lunedì (6 giugno 2016 ndr) c’è un’aria strana. Quando cominciano, certe cose poi è difficile fermarle. Questa voglia di cambiamento non mi sembra un episodio sporadico. Se c’è in molte parti d’Italia non vedo perché Torino dovrebbe esserne immune. Forse l’errore è pensare che lo sia”.