Ballottaggi comunali, il M5S fa il pieno: vittorie in 19 comuni su 20

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Ballottaggi comunali, il M5S fa il pieno: vittorie in 19 comuni su 20

Il Movimento 5 Stelle fa filotto nella battaglia del ballottaggio e porta a casa 19 risultati favorevoli su 20, nei comuni in cui schierava un candidato alla carica di Sindaco. Complessivamente, considerando anche i 4 già assurti al ruolo di primo cittadino, durante l’arco della prima tornata di queste elezioni Comunali, sono dunque 23 i Municipi targati M5S in tutto lo Stivale italico. Naturalmente, debita eccezion fatta per tutte quelle amministrazioni che non hanno partecipato a questa tornata elettorale e che ad oggi vengono già governate da giunte pentastellate. Il risultato elettorale è importante, foriero di almeno due note critiche interessanti che intaccano sensibilmente le gerarchie del potere politico nazionale: trasversalità e uniformità di contesto.

Ballottaggi comunali: i punti di forza del M5S

Il consenso generato intorno alle candidature del M5S nella certo importante vittoria di Roma, ma soprattutto nella ancor più sorprendente affermazione di Torino, senza dimenticare gli altri successi – il capoluogo di provincia sardo Carbonia, cui aggiungere in ordine sparso Cattolica, Chioggia, Pinerolo, Alcamo, Anguillara Sabina, Castelfidardo, Genzano di Roma, Marino, Noicattaro, Pisticci, San Mauro Torinese, Vimercate, Favara, Porto Empedocle, Ginosa e Nettuno, ricordando anche i successi già al primo turno a Grammichele, Vigonovo, Fossombrone e Dorgali – è tale da mettere in secondo piano l’unica sconfitta al ballottaggio (Alpignano, in provincia di Torino) e far sì da poter allargare le sue maglie vettoriali su tutto il territorio italiano, senza il timore di cadere in una impropria iperbole.

Proprio l’analisi del territorio, l’elettorato e le tematiche concrete della prassi quotidiana, pulsioni a ben vedere trasversali di un tessuto social-connettivo stanco e distante dal Parlamento ormai in maniera più che evidente, rappresentano, per il Movimento 5 Stelle, la chiave di volta per una dialettica politica complessiva e sedimentata, ragionata e aperta al confronto, lontana dalle primigenie e riottose, quanto isteriche e sterili, forme espressive di una protesta di pancia.

Contestualmente il Pd e gli altri grandi partiti tradizionali, attori forse un po’ troppo dediti all’improvvisazione sul proscenio di questo tripolarismo imperfetto potenzialmente venefico per il venturo sistema elettorale dell’Italicum, perdono una cospicua componente del loro elettorato classico in favore di una astensione diffusa. Per questo secondo turno, caratterizzato dai ballottaggi, vi è stata una affluenza del 50,52%. Al primo turno, si era arrivati al 60 per cento. Il M5S adesso avrà l’onore e l’ònere di dover mettere alla prova dei fatti il suo sistema-Paese.

Ballottaggi comunali: il M5S tra uniformità di contesto ed evoluzione

Lo scarto semantico compiuto in questi anni dal M5S, piaccia oppure no, è stato forte: alcuni vi hanno rintracciato una regressione, una sorta di abiura dei primi Statuti risalenti all’epoca del V-Day. Il famigerato “passo di lato” di Beppe Grillo è tuttavia soltanto la punta dell’iceberg. Alla base del sommerso stanno certamente la decentralizzazione delle forme di controllo e di autoregolazione interne del soggetto politico, la formazione del Direttorio, la cernita dei candidati: insomma la sintesi di una evoluzione della specie cui il Movimento è andato incontro, nel sul declinarsi cronologico, e nel suo esser divenuto “Partito, oltre i Partiti”. Trasversalità, intransigenza nella rappresentanza priva di alleanze e uniformità di contesto, sono divenute, in queste elezioni Comunali, il lievito madre più gustoso e vincente della “fenomenologia a 5 Stelle”. Dar seguito stabile alla forma, sarà però tutt’altra storia.

M5S: ballottaggio felix

Una analisi dell’Istituto Cattaneo fatta qualche giorno fa, dunque prima delle conferme statistiche poi arrivate dai flussi elettorali relativi al secondo turno, situava il M5S fra i maggiori generatori di consenso e preferenza nazionali “per la natura composita del suo elettorato e per il suo messaggio trasversale”. Inoltre, prendendo in esame le serie storiche relative ai diversi cicli dei ballottaggi municipali dal 2010 al 2015, l’Istituto di ricerca dava conto di come i pentastellati avessero ottenuto risultati loro favorevoli per 13 volte su 24 (pari al 52,4% dei casi). Di questi, per ben 10 dispute, sovvertendo completamente lo svantaggio maturato al primo turno.

Riccardo Piazza