Giovani Confindustria: “Ci impegniamo a non lasciare l’Italia”
“L’Italia ha un governo a cui gli italiani hanno chiesto di non perdere tempo, e noi giovani imprenditori siamo qui per dire: presidente Renzi, lavoriamo uniti. Abbiamo responsabilità distinte ma insieme possiamo arrivare più lontano”. A dirlo, a tradizionale convegno di Santa Margherita, Marco Gay neo-presidente dell’associazione giovani Confindustria. I giovani imprenditori, continua Gay, hanno riposto fiducia in Matteo Renzi, ma è “una fiducia che si misurerà sulle capacità di rispettare gli impegni”. Al governo i giovani di confindustria chiedono “una politica industriale ambiziosa e coerente e una prospettiva progettuale e decennale, perché chi fa impresa ha bisogno di orizzonti più ampi per investire”.
Gay si scaglia contro “la delocalizzazione di quelle imprese che producono utili ma vanno alla ricerca di mano d’opera sempre più sottopagata” e promette: “Noi ci impegniamo a non lasciare l’Italia, chi se ne è andato si impegni a tornare. Lo Stato, però, sia nostro alleato”. Non c’è bisogno “di rimpatriare solo i capitali” ha aggiunto il presidente “ma le produzioni. Non ci serve uno scudo fiscale, vogliamo invece uno scudo industriale”.
E dopo gli scandali Expo e Mose, Gay punta il dito contro la corruzione, poiché l’Italia deve “pulire la fedina penale del Pil”. E riallacciandosi alle parole del presidente di confindustria, Giorgio Squinzi, Gay dichiara: “chi corrompe esca dalla nostra Associazione, vogliamo un sistema che non tollera i corrotti e i corruttori” perché “gli imprenditori onesti hanno tutto l’interesse che il sistema economico sia sano”.
Infine il presidente di giovani Confindustria lancia una sfida sul tema del lavoro arrivando a proporre circa diecimila nuove imprese per un totale di oltre un milione di posti di lavoro. “Qualcuno”, afferma Gay con riferimento all’ex premier Berlusconi, “anni fa ha promesso all’Italia di creare un milione di posti di lavoro e ci ha firmato un contratto. Noi imprenditori di contratti ne firmiamo ogni giorno a li rispettiamo. La nostra sfida” ha aggiunto “è quella di creare non solo posti di lavoro, ma anche nuovi imprenditori. Nel nostro movimento siamo tredicimila, se ciascuno di noi incubasse o contribuisse alla creazione anche di una start up, in poco tempo avremmo diecimila nuove imprese. In termini di occupazione significa molto più di un milione di posti di lavoro”.
Alessandra Scolaro