Dalla stanza del sesto piano dell’edificio Diamante dell’Ospedale San Raffaele, Silvio Berlusconi sta pensando al rilancio di Forza Italia. Il leader ha in mente un programma strutturato in 15 punti non ancora reso pubblico.
Prima, riporta il Corriere della Sera, va “fissato un congresso di partito per l’autunno, magari già a settembre”. Berlusconi è pronto a fare piazza pulita dentro Forza Italia. Un progetto in incubazione da tempo ma che solo ora prenderà corpo.
L’ex premier ha intenzione di azzerare il cerchio magico. Sotto accusa sono finite Mariarosaria Rossi (le voci di sue dimissioni circolano da tempo) e la coppia Deborah Bergamini e Alessia Ardesi. Alle ultime due viene contestata la gestione della campagna elettorale.
Un ruolo di primo piano all’interno della Forza Italia del futuro lo avrà Giovanni Toti, ora governatore della Liguria ma in passato consigliere politico di Berlusconi. Ritorneranno in campo con ruoli dirigenziali vecchi nomi del passato come il deputato Valentino Valentini il collega Sestino Giacomoni e Niccolò Querci, “uomo forte di Mediaset”.
Promossi anche Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, Stefania Prestigiacomo e Michela Brambilla. Bocciati Altero Matteoli e Paolo Romani.
Berlusconi copia il M5S
La rivoluzione della classe dirigente non sarà indolore. I mal di pancia saranno tanti e non sono esclusi nuovi divorzi. Berlusconi però guarda avanti. Il Corriere rivela che l’ex premier è rimasto estasiato dalle vittorie delle sindache del M5S a Roma e Torino. I loro “volti strepitosi” e i loro “discorsi da donne serie e responsabili” gli hanno ricordato la Forza Italia delle origini.
Il leader azzurro sa bene che il centrodestra di oggi è la terza forza in un sistema tripolare che comprende anche Pd e M5S. Proprio dai grillini Berlusconi vuole prendere spunto per rilanciare il suo partito che, a suo avviso, manca “d’identità”. Identità che invece il Movimento 5 Stelle è riuscito a costruire pescando a piene mani dall’elettorato di centrodestra.
Come ha evidenziato Il Giornale ieri, il rischio che corre il centrodestra, se non si rinnova, è di diventare quello che il MSI era per la DC. Un serbatoio di voti. E così, ora, dalle parti di Arcore è un altro il tipo di avvertimento che circola: “non vogliamo morire grillini”.