Italicum: ma davvero il M5S si oppone?
La portata del successo dei 5 stelle ha colto impreparate le altre forze politiche. Dopo la netta affermazione elettorale dei pentastellati all’ultimo turno di amministrative, è scattato quasi in maniera automatica, per quanto si possa negare, il processo di ripensamento dell’Italicum. Nella sua forma attuale, infatti, la nuova legge elettorale favorirebbe proprio i 5 stelle nella corsa a Palazzo Chigi. Errori “politici” il Pd, Renzi, il governo, ne hanno fatti, di certo, ma questo non potrebbe essere perdonabile: il «ballottaggio» attualmente previsto dalla legge, senza esagerazioni, potrebbe rappresentare la proverbiale “zappa sui piedi” che la classe politica del “cambio di verso” non tiene per niente a darsi.
Italicum: ma davvero il M5S si oppone?
Da parte sua, il Movimento 5 Stelle, per bocca di Luigi Di Maio rinnova la sua opposizione. Il vice-presidente della Camera ai microfoni di Radio Capital ha dichiarato riguardo all’Italicum: “anche se ci favorisse, bisognerebbe dar atto al Movimento 5 Stelle di opporsi a una legge che lo favorisce. Se una legge è sbagliata, non si decide di portarla avanti o respingerla a seconda di quanto ti favorisce o no”. Sulla stessa linea, d’altronde, intervistato qualche giorno fa da Radio Cusano Campus, il deputato 5 stelle e membro della Commissione Affari Costituzionali Danilo Toninelli era stato chiaro.
Paragonando la nuova legge elettorale alla “legge truffa” del 1953, Toninelli aveva precisato che: “tecnicamente la legge truffa era migliore dell’Italicum in quanto dovevi raggiungere il 50% per avere un grande premio di maggioranza, con l’Italicum invece non devi raggiungere nulla, puoi avere il 25% dei voti e poi vincere il ballottaggio. E’ una fregatura per i cittadini. Una legge elettorale, che è l’autostrada che porta i cittadini a diventare rappresentanti del popolo, se non mette al centro i cittadini con l’utilizzo delle preferenze, è una fregatura democratica assoluta. L’Italicum è fatta per non far vincere il M5S, l’ha detto il prof. D’Alimonte che è quello che ha scritto la prima versione della legge”.
Difficilmente, almeno prima del referendum, Renzi permetterà di rimettere mano all’Italicum accogliendo la richiesta arrivatagli da più parti di modificare il premio di lista in premio di coalizione (i 5 stelle continuerebbero a rifuggire le alleanze, mentre il Pd intavolerebbe un dialogo con SI e centristi). Escludendo che il “lavoro sporco”, alla fine, venga fatto dalla Corte Costituzionale, nonostante lo “spropositato” premio di maggioranza previsto dalla legge, l’unica via per effettuare delle modifiche sarebbe quella parlamentare.
Già una volta il M5S aveva fatto le “barricate” chiedendo l’approvazione di un ordine del giorno che impegnava il governo a non modificare una virgola dell’Italicum. Il fatto che i gazebo grillini siano comparsi nelle piazze aderenti alla campagna referendaria contro la legge in maniera abbastanza tardiva ha l’aria di essere un altro indizio in questo senso. A dispetto delle parole dei suoi esponenti, i 5 stelle difenderanno strenuamente l’Italicum perché, grazie all’asse con il centro-destra che potrebbe riemergere in caso di ballottaggio, le chance di vittoria sarebbero altissime.