Il ritorno di Umberto Bossi e la filippica contro Salvini dopo il voto

Umberto bossi vestito di verde

Il ritorno di Umberto Bossi e la filippica contro Salvini dopo il voto

Fatte le dovute differenze assomigliano un po’ alle bordate arrivate su Renzi da Bersani e D’Alema.

Insomma, la rivincita dei vecchi leader esautorati e rottamati senza tanti complimenti dal nuovo giovane leader, che ora è in difficoltà e appare ferito.

Così anche Umberto Bossi, sconfitto alle ultime primarie leghiste in modo impietoso da Salvini e normalmente silenzioso, si fa sentire: “A me non piace la linea di Salvini. Non ho mai letto un programma per queste elezioni, va solo a raccattare un po’ di voti per poi scappare. Ma cercare soltanto di prendere qualche sedia in più non porta da nessuna parte” ha affermato, lamentando l’assenza di un programma preciso deciso da un congresso in cui si voti oltre a un segretario (e al senatur non spiacerebbe certamente cambiarlo) anche una linea, mozione per mozione, Il congresso deve dare un mandato al segretario.

 

Anche perchè la linea decisa ormai da un paio d’anno da Salvini non piace molto al fondatore del Carroccio:

“Non è che siamo andati a letto una sera da federalisti e ci siamo svegliati un’ altra cosa” ha detto, riferendosi all’abbandono quasi completo del federalismo, per non parlare dell’indipendentismo, e al tentativo di concentrarsi solo sulla lotta all’immigrazione o altri temi populisti magari sfondando anche a Sud, ma trascurando l’idea di indipendenza padana e cose simili.

Ma Salvini non ci sta, le repliche agli attacchi di Umberto Bossi

La risposta di Salvini non si fa attendere: “Se qualcuno pensa ancora di fare un micropartito al servizio di Berlusconi…” pare abbia replicato il segretario del Carroccio, che si riferisce al lungo priodo in cui la Lega al 4% o anche al 8% era lo junior partner di Berlusconi, leader indiscusso del centrodestra.

Ora Salvini e i suoi rivendicano il nuovo ruolo della Lega, primo partito della coalizione, cosa poco immaginabile pochi anni fa. A dispetto dei risultati deludenti di molti ballottaggi e del partito al CentroSud , come il 2,5% preso a Roma.

Certo però che qualcosa dovrà cambiare: dopo che con Raggi e Appendino anche il Movimento 5 Stelle ha cambiato strategia, mostrando il volto più moderato, gentile e rassicurante, dentro la Lega Nord molti cominciano a pensare che sia il caso di attenuare certi toni, meno ruspa e più economia per esempio, magari mandando in tv persone come Giorgetti o il popolare governatore veneto Luca Zaia, in buoni rapporti con Salvini, e però indicato da molti come un possibile futuro successore, se non leader di un centrodestra unito.