Il programma economico del Movimento 5 Stelle
Il programma economico del Movimento 5 Stelle
Oggi è il giorno della verità. Oggi è il giorno del referendum sulla brexit nel Regno Unito. Qualunque sia l’esito, che rimane non legalmente vincolante per il governo britannico, ci saranno delle ripercussioni sul contesto europeo: l’Europa ne uscirà rafforzata o indebolita ulteriormente.
Sul blog beppegrillo.it è stato pubblicato oggi un vademecum sul referendum in questione, per “fare un po’ di chiarezza” su cosa sia brexit e su cosa sia bremain e, soprattutto, sui probabili effetti dell’esito del referendum su Regno Unito, Europa, ma anche Italia. Infatti, si legge sul blog pentastellato, “gli altri Stati membri, in particolare quelli del Mediterraneo – Italia in testa -, dovrebbero avanzare pretese simili all’UE. Il tutto per garantire le specificità di ogni nazione e per preservare il proprio tessuto socioeconomico e industriale. Qualunque sia l’esito del referendum, la situazione nel Regno Unito e le difficoltà di molti altri Paesi europei confermano il totale fallimento dell’attuale sistema di governance europeo basato sul modello del one-size-fits-all, incapace di rispondere a molte sfide e criticità”.
Si fa qui riferimento all’utilizzo della moneta unica. Da sempre forte il lato anti-euro, già un anno fa il Movimento 5 stelle si era fatto portavoce del ddl di iniziativa popolare riguardante l’indizione di un referendum per l’adozione di una nuova moneta nazionale, visto il “fallimento dell’euro, legato al potere della finanza e a politiche di austerità che hanno aggravato la crisi e le divergenze tra i Paesi europei”. Assegnato alla Commissione Affari Costituzionali in sede referente il 30 giugno 2015, l’8 luglio il M5S richiede la dichiarazione d’urgenza del sopramenzionato ddl. Questa, però, viene respinta dal Senato. Per quanto riguarda lo stato attuale dell’iter dell’atto S. 1969, l’esame in commissione non è ancora iniziato.
La ricetta economica del Movimento 5 Stelle
È proprio in questi giorni, sulla spinta della brexit, che l’idea dell’uscita dell’Italia dall’euro torna ad accendere il dibattito pubblico, alimentato dai cinque stelle. “Il Movimento non è assolutamente anti-europeista. Anzi, proprio perché vogliamo bene all’Europa, puntiamo a cambiare radicalmente questa UE in senso più solidale, inclusivo e partecipato” fanno sapere fonti parlamentari. Propedeutica all’uscita dell’Italia dall’euro, a detta del M5S, dovrebbe essere la riforma di Bankitalia, oggetto di un ddl depositato alla Camera il mese scorso. Questa ha come obiettivo la sua ri-pubblicizzazione tramite l’acquisizione, da parte del Ministero dell’Economia e delle finanze, delle quote in mano alle banche, così da riportare la sovranità monetaria in seno alla Banca centrale della Repubblica italiana. La sovranità monetaria, continuano i cinque stelle, porterebbe enormi benefici in termini economici all’Italia. Per esempio, è proprio in una quota degli utili netti destinati a riserve che si troverebbero i fondi per l’istituzione del reddito di cittadinanza.
Come si legge sul blog di Beppe Grillo “l’unico modo per cambiare questa Unione è il costante impegno istituzionale, per questo il Movimento 5 stelle si sta battendo per trasformare l’UE dall’interno”. Questa è forse l’asserzione che meglio interpreta l’attuale posizione del M5S nei confronti dell’Unione Europea.
Camilla Ferrandi