“Combattere la corruzione con le stesse norme usate contro la mafia”. E’ il messaggio lanciato dal Presidente del Senato, Pietro Grasso, all’inaugurazione dell’aeroporto di Comiso, intitolato al leader comunista Pio La Torre, ucciso dalla mafia 32 anni fa a Palermo. Dinanzi agli scandali Expo e Mose, Pietro Grasso rilancia la cosiddetta “mozione La Torre”, con riferimento diretto all’operato dell’ex leader comunista nel formulare la legge Rognoni-La Torre, che permise alla magistratura di mettere le mani nei portafogli dei mafiosi.
STESSE NORME – Secondo Grasso, per arginare la corruzione va fatto in modo che i reati passino alle direzioni antimafia, coordinate dalla Direzione Nazionale. L’obiettivo è quello di “applicare le norme speciali esistenti per combattere la criminalità organizzata“, in modo da “allontanare i tempi della prescrizione e permettere anche di poter usare agenti sotto copertura e collaboratori di giustizia”. E’ un Grasso che non abbandona la speranza, lodando per esempio “l’Autorità anticorruzione, che sta finalmente prendendo forma”.
IL RICORDO E L’APPELLO – “Pio La Torre era uno che prendeva i politici timidi per il bavero invitandoli ad avere coraggio e a denunciare l’illegalità”, il ricordo tratteggiato dal Presidente del Senato del leader comunista. Un’occasione per rilanciare la lotta: “è tempo di inserire nel nostro ordinamento un codicillo che blocchi, da subito e per sempre, ogni tipo di vitalizio per i politici condannati per reati di mafia e di corruzione“, in modo da estendere “la decadenza e la incandidabilità ai parlamentari senza alcun limite, così come per i sindaci ed i consiglieri regionali”. Pietro Grasso rilancia la necessità di un impegno preventivo e repressivo “mai messo in pratica finora”, chiamando direttamente in causa il governo.
ORLANDO E IL DASPO – All’inaugurazione dell’aeroporto era presente anche il Guardasigilli, Andrea Orlando. Che appoggia l’idea di Renzi di un daspo ai politici corrotti e alle imprese: “penso sia una occasione per dare un segnale forte e chiaro contro questo malcostume”.
Massimo Borrelli