“Se volete che io lasci non avete che da chiedere un congresso e possibilmente vincerlo” e “se qualcuno vuole ritirare la fiducia al governo non ha che da dirlo, noi non ci mettiamo a tremare”. Matteo Renzi, alla direzione nazionale del Partito Democratico rinviata per ben due volte, decide di giocare all’attacco contro i suoi detrattori esterni ed interni al partito. Gli risponde nel tardo pomeriggio il volto più rappresentativo della minoranza dem, Gianni Cuperlo: “caro Matteo, esci dal talent di un’ Italia patinata e fatta di opportunità e scopri la modestia” perché così “condurrai la sinistra italiana ad una sconfitta storica”.
Referendum, Renzi: se vince il “No” fine della legislatura
Il primo tema all’ordine del giorno era certamente il referendum di ottobre. In prima battuta il premier ha cercato di sgombrare il campo da chi parla di un rinvio a dicembre. “La data non è nella nostra disponibilità – ha dichiarato Renzi – quando la Cassazione dirà di sì, il governo avrà tra 50 e 60 giorni per decidere la data”. Inoltre il premier ha anche ribadito che si dimetterà in caso di “No” al referendum di ottobre, ma anche auspicato lo scioglimento di un Parlamento che ha impegnato tutta la legislatura nell’approvazione della riforma costituzionale. “Il referendum – ha aggiunto il Presidente del Consiglio – è il passaggio cruciale non per i destini di qualcuno ma per il futuro della credibilità della classe politica italiana. Se vince il “sì”, si chiude la stagione delle riforme e inizia il futuro del Paese. Il referendum non riguarda me, ma riguarda il Paese. Se passa, la classe politica ha dato un segnale, la più bella pagina di autoriforma che una classe politica abbia fatto in occidente”.
Premier-segretario, Renzi: “è finita la strategia del Conte Ugolino”
Altro argomento caldissimo quello delle correnti nel partito – secondo molti retroscena giornalistici si sono già messe a lavoro per il dopo-Renzi – e dell’organizzazione interna riguardo al doppio incarico premier-segretario. “Finché lo guido io, le correnti non torneranno a guidare il partito – ha iniziato il Presidente del Consiglio – lo dico innanzitutto ai renziani di stretta osservanza, della prima o seconda ora o a quelli last minute. Non c’è garanzia per nessuno in questo partito, a iniziare da me. Girate, ascoltate, fate i tavolini. O state in mezzo alla gente o voi e noi non abbiamo futuro”. E sul doppio incarico l’ex Sindaco di Firenze ha respinto al mittente le richieste di un congresso anticipato: “Una cosa deve essere certa: la stagione in cui qualcuno dall’alto della sua intelligenza si diverte ad abbattere il leader è finita; la strategia del Conte Ugolino non funziona”. Sul punto si è soffermato anche il leader della minoranza dem Gianni Cuperlo secondo cui “l’esperimento del premier-segretario ha fallito”. “Al prossimo congresso – ha aggiunto il deputato triestino – appoggerò non un candidato, ma un ticket tra chi si proporrà per guidare il paese e chi si candida per diventare segretario”.
Cuperlo: senza una svolta ci condurrai alla sconfitta
L’ex Presidente del Pd ha poi ribadito le perplessità nei confronti della gestione del premier della campagna elettorale per le amministrative, vinte dai 5 stelle. “E’ suonato l’ultimo allarme. Oggi tu sei visto come un avversario da una parte della destra, ed è bene così, ma anche da una parte della sinistra e questo è un dramma”. “Senza una svolta – ha concluso Cuperlo – tu condurrai la sinistra italiana ad una sconfitta storica”.
Direzione Pd, gli interventi di Fassino, Orfini e Franceschini
Prima della replica di Renzi, interventi critici sono arrivati anche dall’ex Sindaco di Torino Piero Fassino che ancora una volta ha ammesso la sconfitta delle amministrative e del ministro Dario Franceschini che, secondo molti, si sta preparando ad un futuro da premier se dovesse vincere il “No” al referendum di ottobre. Duro, ma stavolta verso la minoranza, l’intervento del Presidente del partito Matteo Orfini che ha respinto al mittente le richieste di modifica dell’Italicum: “il premio di coalizione tornerebbe ad alimentare i trasformismi nel nostro partito: non si può gridare al Verdini e poi proporre uno strumento per replicare i mille Verdini”.
Renzi-Cuperlo: “sono fuori dal talent, noi stiamo cambiando il paese”
Infine, intorno alle 20 è arrivata la replica di Matteo Renzi. Dopo aver fatto in bocca a lupo al degente Silvio Berlusconi, il Presidente del Consiglio ha subito risposto alle accuse mossegli da Cuperlo. “Gianni io sono fuori dal talent – ha iniziato Renzi – perché quando stai al telefono tutta la notte per avere notizie da Dacca o devi rispondere ad un bambino di 11 che è disperato perché suo padre non ha un lavoro, ti accorgi che non sei in un talent. C’è chi continua a raccontare che al governo ci sono solo arroganti del Giglio Magico. Ma così si fa il gioco dei nostri avversari. Senza veti e controveti, l’Italia può tornare ad essere la frontiera del cambiamento a livello globale. E a chi continua ad accusarmi di vivere in un regime di plastica, io rispondo con un sorriso e che noi siamo impegnati a cambiare il paese”.
L’attacco di De Luca contro Virginia Raggi
E’ polemica sull’invettiva del governatore della Campania Vincenzo De Luca che, nel suo intervento, ha attaccato pesantemente il neo-Sindaco di Roma Virginia Raggi definendola una “bambolina imbambolata”. Il premier, nella sua replica, ha preso le distanze dalle parole di De Luca perché “al Sindaco di Roma va portato rispetto”.
Giacomo Salvini
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