La mappa dell’occupazione femminile in Europa, Italia agli ultimi posti con la Grecia e la Romania
Per meglio capire la condizione delle nostra economia da un punto di vista strutturale le mappe sono lo strumento migliore, chiaro e immediato.
Così oltre a quella sulla crescita del PIL pro-capite abbiamo preso da Vividmaps anche quella sull’occupazione femminile come percentuale di quella maschile.
I dati si riferiscono al 2014, al minimo di occupazione in Italia.
Con la crisi economica sappiamo che la differenza di genere è calata, le donne sembrano avere sofferto meno la crisi, ma in realtà sappiamo che il motivo era che moltissime fasce di donne poco istruite e vulnerabili in caso di recessione erano già inattive, soprattutto al Sud.
Occupazione femminile, sia al Nord che al Sud la distanza da quella maschile rimane molto maggiore della media europea
Infatti il rapporto tra occupazione femminile e maschile come vediamo nella mappa rimane ampia, soprattutto rimane molto più ampia di quella degli altri Paesi europei.
In Scandinavia, Scozia, Germania Est, Ovest della Francia, Lituania e Lettonia vi è di fatto parità con le donne occupate quasi quanto gli uomini, con un rapporto tra occupazione femminile e maschile superiore al 92%.
Apparentemente sembra che le donne siano più occupate laddove l’economia va meglio, ma le eccezioni sono rilevanti. Per esempio in Germania la differenza di genere diminuisce di molto nell’Est più povero. Dove evidentemente è la disoccupazione maschile ad essere molto superiore rispetto a quella media nazionale.
E’ nel Sud Europa che invece le differenze sono maggiori, in tutta Italia anche nel più ricco Nord, in Grecia, nella Spagna centrale. Oltre che in Romania.
Ci sono forse anche ragioni culturali, vediamo che Paesi almeno fino a pochi anni fa più tradizionalisti come Polonia o Irlanda hanno ugualmente un grosso divario tra donne e uomini occupati. E così in gran parte dell’Europa dell’Est.