Sarà Franceschini a mettere fine al governo Renzi?
La sindrome di accerchiamento ha colpito anche Matteo Renzi. Lo si è capito dalle parole rivolte ieri dal premier ai suoi compagni di partito durante la Direzione Pd. “Finché lo guido io, le correnti non torneranno a guidare il partito lo dico innanzitutto ai renziani di stretta osservanza, della prima o seconda ora o a quelli last minute. Non c’è garanzia per nessuno in questo partito, a iniziare da me. Girate, ascoltate, fate i tavolini. O state in mezzo alla gente o voi e noi non abbiamo futuro. Una cosa deve essere certa – ha aggiunto il capo del governo – la stagione in cui qualcuno dall’alto della sua intelligenza si diverte ad abbattere il leader è finita; la strategia del Conte Ugolino non funziona”.
Destinatario dell’invettiva del premier non è però l’arci nemico Massimo D’Alema, bensì il più fidato Dario Franceschini, l’uomo che con la sua truppa parlamentare ha dato le chiavi di Palazzo Chigi all’ex sindaco di Firenze. E’ il suo attivismo successivo alla debacle elettorale ad aver insospettito Renzi che teme accordi sotto banco per farlo fuori. Sospetti che vengono riportati anche dal Corriere della Sera.
Per due anni il ministro si è concentrato solo sulla Cultura, ma da qualche settimana il suo ritrovato attivismo ha dato nell’occhio a Palazzo Chigi. La cena con Giacomelli, Fassino, Sereni, Zanda e gli altri? Il governo del presidente per fare una nuova legge elettorale? Il legame dell’ex segretario del Pd con il Quirinale? Ricostruzioni e voci che Renzi non cita, ma che forse ha chiare quando scandisce il suo avviso ai naviganti: «La stagione in cui qualcuno dall’alto della sua intelligenza si diverte ad abbattere il leader è finita». E ancora: «Radio Transatlantico dice che i renziani dell’ultima ora scendono dal carro… Quando cercheranno di risalire troveranno occupato»
A mettere a tacere ipotetiche trame anti renziane è però l’ex sindaco di Torino Piero Fassino, intervistato dal Corriere. “Io esprimo il mio punto di vista, non mi appassionano le appartenenze correntizie. Era un incontro tra persone che hanno condiviso un percorso, niente di segreto”.
Bisignani: “Franceschini al posto di Renzi”
Sarà, ma la richiesta di modifica dell’Italicum da parte del ministro Franceschini (“Dopo il referendum ragioniamo su una legge elettorale che dia la possibilità di far esistere le coalizioni“) suona sospetta. Recentemente sul Tempo, anche Bisignani, che di trame se ne intende, aveva parlato di un “movimentismo sospetto” del responsabile della Cultura” lui “che è già stato il Bruto di Enrico Letta e può contare su molti amici proprio nelle ovattate stanze del Quirinale”. Secondo il noto faccendiere sarebbe proprio Franceschini a prendere il posto di Matteo nel caso al referendum costituzionale di ottobre vincessero i No.