Roma, Indagati Marotta (Ncd) e l’ex sottosegretario Pizza
Un labirinto di tangenti che univa politici, funzionari e imprenditori per spartirsi gli appalti dei ministeri. E’ questo il centro dell’inchiesta “Labirinto”, un intreccio frode fiscale, corruzione, riciclaggio, truffa allo Stato e appropriazione indebita che ha portato all’arresto di 24 persone e a 50 indagati, tra i quali figurano il deputato di Ncd Antonio Marotta e l’ex sottosegretario del governo Berlusconi Giuseppe Pizza. Tra gli arrestati per corruzione aggravata anche due impiegati infedeli dell’Agenzia delle Entrate. In flusso finanziario illecito è di circa 12,8 milioni di euro. Le indagini sono partite nel 2013 da segnalazioni per operazioni sospette nei confronti di un consulente tributario romano e di società a lui riferibili con movimenti di grandi somme di denaro tra i conti correnti personali ed aziendali. Gli investigatori hanno ricostruito quindi una fitta rete imprenditoriale che ha movimentato oltre dieci milioni di euro giustificati da fatture false a scopo di evasione per costituire riserve nascoste al fisco da usare attraverso società gestite da prestanome.
E’ questo lo scenario disegnato dalla nuova inchiesta della procura di Roma guidata da Giuseppe Pignatone e dal Nucleo centrale valutario della Guardia di Finanza guidato dal generale Giuseppe Bottillo. Al centro dell’organizzazione ci sarebbe il faccendiere Raffaele Pizza, fratello di Giuseppe, il quale rappresentava lo snodo tra il mondo imprenditoriale e quello degli enti pubblici, il quale secondo gli investigatori avrebbe svolto “un’incessante e prezzolata opera di intermediazione tra i suoi interessi e quelli di imprenditori senza scrupolo” per aggiudicarsi appalti pubblici. Grazie ai legami con influenti uomini politici, spesso titolari di altissime cariche istituzionali, Raffaele Pizza avrebbe inoltre favorito la nomina ai vertici degli enti e delle società pubbliche di persone a lui vicine, potendoli in seguito influenzare sul conferimento di appalti pubblici.
Roma, Alfano (Ncd): “Marotta riuscirà a dimostrare la sua assoluta estraneità”
Tra gli indagati c’è il nome di Antonio Marotta, il quale secondo gli inquirenti avrebbe avuto un ruolo di primo piano nel sodalizio che operava illecitamente. A Marotta viene infatti contestato come “dirigendo il sodalizio, ricevendo ingenti somme di denaro contante presso l’ufficio della Piao snc da Raffaele Pizza nonché dai ‘clienti’ del sodalizio anche al fine di destinarlo a pubblici funzionari a fini corruttivi, fornendo ausilio e consigli – essendo avvocato – agli appartenenti al sodalizio al fine di eludere le indagini giudiziarie, fornendo agli appartenenti al sodalizio la propria ‘rete di conoscenze’ allo scopo di realizzare il programma associativo essendo parlamentare della Repubblica”. Accuse pesanti, ma a stretto giro arriva la difesa del ministro Angelino Alfano e Area popolare: “siamo convinti che riuscirà a dimostrare la sua assoluta estraneità” – ha commentato Alfano prima di entrare alla Direzione del partito, ai cronisti che gli chiedevano del coinvolgimento di Marotta nel caso. In precedenza anche Maurizio Lupi, presidente dei deputati di Area popolare, aveva espresso la sua solidarietà: “conosco l’onorevole Marotta e so che è una persona seria e per bene. Come tale mi sembra assolutamente irrealistico che possa essere coinvolto in una storia di corruzione e riciclaggio. Lui dice che pensa di essere stato oggetto di un equivoco e di esserne fuori al cento per cento. Sono certo che presto questa estraneità gli verrà riconosciuta. Credo che a tal proposito sia significativo che, di fronte alla richiesta di arresto avanzata dai pm, il gip abbia escluso alcuni fatti a lui contestati, facendo cadere i presupposti per applicare la misura detentiva”.