Nella lingua anglosassone, il termine esatto è “running mate”. A sfidare Matteo Renzi al congresso del Pd di fine anno non sarà un solo candidato, ma due. Questo sembra essere il risultato più logico della battaglia portata avanti negli ultimi mesi dalla minoranza Pd: ovvero, scindere i due ruoli di segretario e candidato premier. Lo ha annunciato, come avevamo già scritto lunedì scorso, Gianni Cuperlo durante la direzione Pd. “Al prossimo congresso non appoggerò un candidato – aveva detto l’ex Presidente del Partito Democratico – ma un ticket tra chi si proporrà per guidare il paese e chi si candida per diventare segretario perché l’esperimento del doppio incarico ha fallito”. Secondo un retroscena pubblicato stamani da Repubblica nel Pd si sta lavorando ad un ticket Letta-Speranza. In tal caso, Enrico Letta sarebbe il candidato naturale a Palazzo Chigi mentre a Roberto Speranza andrebbe la gestione del partito. Appena letta la notizia, però, l’ex Presidente del Consiglio ha smentito con un tweet laconico: “Vedo che Repubblica mi ricoinvolge in fantomatici ticket congressuali nel #Pd. Avevo già smentito e lo rifaccio stamani”. Interpellato dall’Ansa, poi Letta ha parlato di “pura fantasia appresa sui giornali”.
Vedo che @repubblicait mi ricoinvolge in fantomatici ticket congressuali nel #Pd. Avevo già smentito e lo rifaccio stamani.
— Enrico Letta (@EnricoLetta) July 6, 2016
Pd, il possibile ritorno di Letta
Enrico Letta dopo la defenestrazione ad opera dell’ex Sindaco di Firenze del febbraio 2014 (do you remember #enricostaisereno?) si è dimesso dal Parlamento ed è andato a dirigere la School of International Affairs alla Science Po di Parigi. Inoltre nei giorni scorsi, è stata annunciata la nomina dell’ex premier a capo del prestigioso think tank europeo fondato dall’ex Presidente della Commissione Jacques Delors e a lui dedicato. Questo dimostra la vicinanza di Letta a molti salotti che contano in Europa e, in caso di vittoria del “No” al referendum di ottobre, le cancellerie europee potrebbero spingere per un ritorno dell’ex premier a Palazzo Chigi. “La mia simpatia e la mia stima per Letta sono note – ha ammesso Cuperlo a Repubblica – ma i nomi verranno più avanti, io ho solo parlato di un principio generale che prende atto di un fallimento. Il modello alternativo può essere quello della divisione dei compiti, come fu per Craxi e Martelli”.
Pd, Speranza è l’anti-Renzi per la segreteria
Dall’altra parte c’è Roberto Speranza che da mesi punta a riunire sotto la sua candidatura tutte le correnti anti-Renzi dentro il Pd (lettiani, bersaniani, dalemiani…). Quello che per i primi due anni di legislatura era stato uno dei pontieri, insieme al suo collega Luigi Zanda, delle correnti interne, si è dimesso da capogruppo del Pd alla Camera nell’aprile 2015 in contrasto con la linea del partito sulla legge elettorale, approvata definitivamente alla Camera due settimane dopo. Oggi, il bersaniano Speranza gioca il ruolo dell’anti-Renzi e lunedì in direzione ha aperto a chi dentro il Pd vorrebbe votare “No” al referendum di ottobre (ma l’ordine del giorno è stato sonoramente bocciato).
Renzi: “con me non torneremo ai caminetti”
Lunedì però, in direzione, Matteo Renzi ha respinto la richiesta della minoranza dem di sdoppiare l’incarico tra segretario e premier. “Una cosa deve essere certa – ha dichiarato il Presidente del Consiglio – la stagione in cui qualcuno dall’alto della sua intelligenza si diverte ad abbattere il leader è finita; la strategia del Conte Ugolino non funziona. Se volete i caminetti prendetevi un altro segretario perché io voglio aprire le finestre e non chiuderle. Da Prodi a Veltroni, ho sempre detestato gli attacchi al leader senza strategia alternativa”.
@salvini_giacomo