Referendum costituzionale, ecco che cosa farebbe Mattarella in caso di vittoria dei no
“Dopo di me ci sarà solo il voto”. Matteo Renzi lo va ripetendo da giorni. I destinatari del messaggio sono tanti: dalla minoranza Pd ai nostalgici berlusconiani di Ncd. La minaccia è reale. Il premier l’avanza per non farsi mettere sotto e non cedere alle richieste, sempre più pressanti, di una modifica dell’Italicum.
Mattarella e quel no alle urne anticipate
Eppure i desiderata del presidente del Consiglio sembrano non coincidere con quelli del Capo dello Stato. Un’eventuale vittoria dei No al referendum costituzionale di ottobre, con conseguente dimissioni di Renzi, non porterebbe ad uno scioglimento delle Camere. Anzi. Secondo fonti vicine al Quirinale, il presidente Mattarella proverebbe a formare un governo tecnico con un unico preciso obiettivo: la riforma della legge elettorale. Scrive il Corriere della Sera:
Mattarella, si sa, per formazione politica e per dovere d’ufficio, non darebbe affatto per scontata la caduta del governo Renzi, nato peraltro come costituente, e il congedo anticipato del Parlamento. Fatalmente, la sua preoccupazione sarebbe di verificare la possibilità di formare un esecutivo (che potremmo definire di scopo) in grado di cambiare l’attuale legge elettorale, cioè l’Italicum. E qui viene il punto politico. Per lui, infatti, grande esperto di sistemi elettorali e con un forte spirito maggioritario, andare al voto con due leggi diversissime come le abbiamo ora finirebbe con il provocare una grave zoppia. Da scongiurare ad ogni costo. Così, a dispetto di quel che sostengono parecchi costituzionalisti, per il capo dello stato prima di mandare i cittadini a votare, è preferibile, anzi indispensabile, varare una serie di correzioni e armonizzazioni sull’Italicum. Una missione decisiva da affidare a un nuovo governo.