Non è la Raggi : il vecchio format in onda da qualche settimana al Municipio di Roma
Forse i più giovani ne sono ignari, ma negli anni 90 spopolava un programma dal titolo “Non è la Rai“, un format che lanciò artiste del calibro di Antonella Elia, Ambra Angiolini e Miriana Trevisan. Nelle ultime settimane, forse per festeggiare i 20 anni della vecchia trasmissione Mediaset, si è assistito ad un remake, in chiave politica, del celebre format, e tutto grazie all’innovativa regia della Casaleggio Associati.
Non è la Raggi: il format in onda da qualche settimana a Roma
Ricordiamo, a chi non conoscesse il programma, che in questa trasmissione vi erano ragazze molto carine, nella maggior parte dei casi con poco talento, che sorridevano, si azzuffavano tra loro a telecamere spente per una inquadratura in più, e cantavano in playback celebri successi musicali, tutto sotto l’abile direzione di Gianni Boncompagni.
Quello che abbiamo visto per la conquista del Campidoglio non è poi così differente: abbiamo anche qui una ragazza molto carina, sorridente, che in un senso un po’ più metaforico, usufruisce del “playback”. Non canta ma anche in questo caso le parole non sono le sue, sono frutto di una sincronizzazione forzata tra il personaggio Raggi e la volontà e le parole del direttorio e del grande regista, che nulla ha da invidiare a Boncompagni, Beppe Grillo.
Certo, qui le zuffe non sono per una inquadratura, ma non ci si risparmia un colpo basso quando si tratta di una poltrona o di un posto in giunta.
Abbiamo fin qui ironizzato, non voglia offendersi nessuno, ma rimane un problema di fondo: il sindaco della capitale d’Italia è legato per contratto all’elite dirigenziale di un movimento e al suo fondatore, e per aver voce in capitolo nella scelta della “sua giunta”, con la quale “lei” dovrà governare, ha dovuto minacciare le dimissioni.
Diciamocelo chiaramente, nonostante l’infinita tenerezza che il cuore può provare nel vedere il piccolo figliolo della Raggi seduto sulla poltrona del primo cittadino, l’inizio non è stato dei migliori.
Alla prova di governo i 5 Stelle si sono comportati esattamente come i tanto odiati “vecchi partiti”, con lotte tra correnti per ottenere poltrone e tentativi di riciclo di esponenti di vecchie amministrazioni.
Qui c’è in gioco però la sopravvivenza stessa di Roma, una città sofferente, che boccheggia, e che affida alla Sindaca le ultime speranze di restare in vita.
L’unico augurio che possiamo fare alla neo prima cittadina di Roma è di rendersi indipendente dalle logiche movimentistiche, scucirsi quella immagine confezionata dagli esperti di comunicazione della Casaleggio, e governare in modo indipendente e giusto, come il ruolo istituzionale richiede.
Virginia questo è quello che ci aspettiamo tutti e non basta che chiederti : Prometti, Prometti e giura!
Giorgio Mirando