Ncd non è l’unico partito di centrodestra ad attraversare una fase burrascosa. Anche la Lega Nord targata Matteo Salvini sta vivendo un periodo non brillantissimo. Complice l’infelice risultato delle amministrative (non pervenuta a Roma, sconfitta nella roccaforte di Varese e mancata Opa su Forza Italia) il Carroccio sta mettendo in discussione pure l’intoccabile Salvini.
A conti fatti il segretario leghista in pectore ha fallito quasi tutti i risultati che si era prefisso tre anni fa, giorno dell’incoronazione. Il progetto Noi con Salvini si è rivelato un buco nell’acqua. La Lega a trazione nazionale sul modello Lepenista francese è ancora alla fase embrionale. Il sorpasso su Forza Italia è avvenuto localmente ma non in piazze importanti come a Milano dove il partito guidato da Berlusconi ha doppiato la Lega. Il popolo del Carroccio pare essersi disaffezionato, soprattutto sigle una volta vicine alla Lega, come Coldiretti, sembrano aver voltato le spalle a via Bellerio.
La vecchia guardia si muove
E così ora Salvini rischia grosso. Il Giornale parla anche di un tentativo di modifica dello Statuto della Lega Nord per defenestrare il segretario la cui testa fa gola a molti. In primis ai bossiani che sono stati letteralmente marginalizzati dalla vita del partito. Tutti i simboli cari a Bossi sono stati messi in un cassetto. Anche il tradizionale raduno leghista a Pontida, istituito nel 1996, sarebbe a rischio. Per questo Bossi ha deciso di muoversi. Ma non è il solo.
Anche Maroni e Calderoli sono dati in movimento. Quest’ultimo sarebbe furioso per essere stato “commissariato dai Salvini’s boys”. Chi sono lo spiega il quotidiano diretto da Sallusti.
A via Bellerio comandano loro, Luca Morisi – spin doctor del segretario – e il suo gruppetto di fidatissimi amici. Che non si occupano solo di comunicazione e social media – si parla di un contratto da 240mila euro l’anno pagato dal Carroccio – ma anche della parte organizzativa.
Intorno si sono fatti terra bruciata, i collaboratori più vicini a Calderoli sono stati marginalizzati e l’ insofferenza è ormai tangibile. Soprattutto dopo le polemiche che hanno fatto
Un quadro complesso. Su cui pesa anche il fatto che la militanza storica della Lega è ormai sul piede di guerra. Per il trattamento riservato ad Umberto Bossi – che il nuovo corso ha cercato in ogni modo di mettere all’ angolo, tanto che in occasione del compleanno fu persino intimato ai parlamentari di non fargli gli auguri sui social network – ma anche per la volontà di archiviare tutta la simbologia bossiana.