Kosovo al voto tra povertà ed Europa
Un paese povero, poverissimo, dove non c’è lavoro e dove i nodi dei rapporti tra le minoranze non sono ancora del tutto risolti. Oggi è giorno di elezioni politiche anticipate in Kosovo, dove il primo ministro Hashim Thaçi potrebbe ottenere il terzo mandato di fila. Ma per molti analisti il risultato alla fine potrebbe riservare sorprese.
Hashim Thaçi è primo ministro dal 9 gennaio 2008. Ex leader dell’Esercito di Liberazione del Kosovo, guida il Partito Democratico del Kosovo, che dovrebbe piazzarsi davanti alla Lega Democratica del Kosovo, la principale forza di opposizione. Thaçi ha promesso la creazione di 200mila nuovi posti di lavoro. Circa un terzo della popolazione del paese non ha un impiego.
La novità delle elezioni di oggi che stavolta la minoranza serba che vive nei territori settentrionali parteciperà al voto e proverà a eleggere dei rappresentanti da mandare in Parlamento: non ci sarà infatti il boicottaggio più volte minacciato nei mesi scorsi.
Il Kosovo conta una minoranza di circa 120mila serbi su una popolazione di 1,8 milioni di abitanti. Il primo ministro Thaçi si è impegnato a migliorare le relazioni con la Serbia, che non ha ancora riconosciuto ufficialmente il Kosovo così come non lo hanno fatto molti altri paesi tra cui Russia e Cina.
L’appuntamento elettorale di oggi ha importanza anche per capire a che punto è il percorso che potrebbe condurre il paese verso l’Unione Europa. Il Kosovo è in quella fase preliminare durante la quale la legislazione economica, sociale e politica viene adeguata ai parametri europei in vista di una possibile richiesta di adesione. “Per il Kosovo queste sono le prime elezioni dopo la conclusione dei negoziati dell’accordo di associazione fra Ue-Kosovo” ha dichiarato nei giorni scorsi il capo della diplomazia Ue, Catherine Ashton, “il Kosovo ha fatto importanti progressi nelle sue relazioni con l’Ue e nella normalizzazione delle relazioni con la Serbia”.
L’economia del paese è ancora estremamente debole, il Kosovo si regge sugli aiuti internazionali. Povertà e corruzione diffusa hanno sparso frustrazione nel paese, come scritto dalla Reuters.