Sondaggi M5S: grillini in netto vantaggio per IPSOS
Uno scenario completamente ribaltato negli ultimi 2 mesi, con un M5S che sembra non avere rivali. Questo è quanto emerge dall’ultimo sondaggio elettorale condotto da IPSOS, che analizza le intenzioni di voto degli italiani in vista di un’ipotetica tornata di elezioni politiche nazionali.
A poco più di 60 giorni dalla precedente rilevazione – risalente a fine aprile – IPSOS evidenzia la crescita del movimento fondato da Beppe Grillo, che sale di quasi 2 punti (+4% rispetto a gennaio) e supera quota 30%. Di riflesso, va registrato il calo del PD, che perde quasi un punto e mezzo rispetto ad aprile e scende al 29.8%. Da segnalare anche il calo registrato dai 2 principali partiti di centrodestra – cioè Forza Italia e Lega Nord, che perdono rispettivamente 9 e 7 decimi rispetto alla precedente rilevazione e si collocano poco sopra il 12% – un dato parzialmente controbilanciato dagli 8 decimi guadagnati da Fratelli d’Italia, che sale al 4.7%. Deciso calo per Sinistra Italiana – al 2.5%, 7 decimi in meno rispetto alla precedente rilevazione – mentre Area Popolare NCD-UDC guadagna 2 decimi e si riporta al 4.4% già registrato a gennaio.
Sondaggi M5S: grande capacità attrattiva dei grillini
L’ottimo momento del M5S risulta ancor più evidente analizzando le intenzioni di voto in un ipotetico ballottaggio. In caso di duello con il PD, il movimento di Grillo vincerebbe con oltre 13 punti di distacco, scenario completamente stravolto rispetto al -1.8% di aprile.
In particolar modo, il M5S beneficerebbe al 2° turno anche della maggioranza assoluta dei voti di Lega e FDI, nonché di quella relativa degli elettori forzisti. Notevole anche la capacità del M5S di intercettare il flusso di formazioni come Area Popolare e SEL-SI, guadagnando il 30% del consenso tra i centristi – stessa percentuale del PD, mentre il restante 40% opterebbe per l’astensione – ed il 40% degli elettori SEL, appena 2 punti in meno rispetto al PD.
In caso di ballottaggio tra M5S e una lista allargata di centrosinistra – comprendente quindi PD e i partiti alla sua sinistra – il vantaggio dei grillini sarebbe minore ma comunque notevole: +11%. A cambiare sarebbe soprattutto il flusso proveniente da Lega e FDI, che stavolta al 2° turno si “rifugerebbe” in netta maggioranza verso il centrosinistra, mentre stavolta l’elettorato forzista opterebbe in massa per l’astensione. Ma tra i più scontenti di un listone di centrosinistra potrebbero esserci gli elettori di Area Popolare, che stavolta opterebbero in maggioranza (relativa) per un voto al M5S.
In caso di clamorosa esclusione del PD dal ballottaggio, a vincere sarebbe nuovamente il M5S, che rifilerebbe quasi 20 punti ad un ipotetico listone di centrodestra, quasi raddoppiando il gap registrato ad aprile. In questo caso, l’elettorato di PD e SEL sarebbe diviso principalmente tra voto ai grillini o astensione, mentre 3 centristi su 4 opterebbero per il centrodestra.
L’unica ipotesi che sorriderebbe al PD è quella di un ballottaggio tra due listoni di centrodestra e centrosinistra, con il M5S (e i centristi) fuori dal ballottaggio. In tal caso, il centrosinistra vincerebbe con circa 2 punti e mezzo di vantaggio. Un distacco ridotto principalmente a causa dello scarso feeling dimostrato dal centrosinistra nei confronti del M5S: un grillino su 4 al 2° turno opterebbe per il centrodestra, un dato superiore di 5 punti rispetto a coloro che sceglierebbero l’altra coalizione.
(nota informativa – periodo di svolgimento: ultimo mese; campione: 4222+1001 intervistati su 8712 contatti maggiorenni e rappresentativi della popolazione italiana; metodologia interviste: CATI)