Renzo Piano: “L’idea di un senatore a tempo perso mi pare inconcepibile. Un senatore è uno che deve fare un buon lavoro”. Il senatore a vita interviene così sul progetto di riforma del Senato e, in un’intervista al Corriere della Sera, sottolinea: “trovo logico che il Senato sia ridotto nei numeri; che sia meno remunerato; e che sia eletto. Dall’intero Paese o da una grande platea; ma eletto”.
Se i senatori “hanno un ruolo, se fanno un lavoro, sarebbe una forzatura che non fosse remunerato. Un organismo che funziona bene, senza sprechi e senza privilegi, non costa molto; costa quello che è giusto che costi. Non può essere un Senato ‘local’, o municipale; semmai può essere ‘superlocal’, per segnare la nostra appartenenza all’Europa”.
E torna sull’ipotesi di 21 senatori membri della società civile: “il Senato è la Camera alta: deve guardare alto e lontano, deve guardare l’orizzonte” “e come fai a guardare lontano senza la cultura, che è la nostra vera forza? Credo sia utile avere in Senato una ventina di persone che rappresentino in modo serio il nostro Paese da questo punto di vista. Testimoni affidabili dell’Italia per la ricerca, la scuola, l’arte”.
“Questa presenza – insiste Piano – ci vuole, mi sembra importante. E non credo che debba essere il Quirinale a scegliere questi senatori”. “Ci sono vari modi” per selezionarli, “per creare rose di candidature tratte dall’Accademia dei Lincei, dai grandi atenei, dalle scuole Normali. In Italia abbiamo luoghi di eccellenza che ci consentono di procedere con certezza senza prendere bidoni”.