Farage: un bilancio della sua attività all’Europarlamento
Farage: un bilancio della sua attività all’Europarlamento
Quando la nave affonda i topi scappano, dice un saggio e famoso detto popolare. Ma quando il disastro è grande a scappare ci sono topi ancora più veloci. Uno di questi topi lo conosciamo molto bene, è Nigel Farage, europarlamentare, ex capo dell’Ukip e uno dei più agguerriti supporter della Brexit. A circa tre settimane dal referendum che ha sancito l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, sulla scia del suo compagno anti-europeista Boris Johnson, anche Farage, a sorpresa, rassegna le sue dimissioni da segretario del partito per l’indipendenza del Regno Unito, motivando la sua scelta con il completamento del suo progetto politico.
Farage: un bilancio della sua attività all’Europarlamento
Tuttavia, ciò che stona maggiormente in tutta questa faccenda, non è solo la scelta di abbandonare “la nave” durante una delle mareggiate più irrequiete e un paese sotto shock e in piena confusione, ma anche e soprattutto la volontà di tenersi stretto lo scranno da europarlamentare a Bruxelles e Strasburgo.
Molti hanno insinuato che Farage non volesse abbandonare il suo ufficio al settimo piano dell’edificio Spinelli per conservare stipendio e benefit in dotazione agli europarlamentari. Per questo motivo abbiamo analizzato l’attività all’Europarlamento di Farage per valutare l’entità del suo lavoro istituzionale nell’ultima legislatura.
Spulciando i vari dati emerge innanzitutto una presenza in seduta plenaria pari al 65%, ovvero l’ex leader Ukip ha presenziato a Strasburgo solo 79 volte su 121. Un dato piuttosto bassino se consideriamo che le sedute plenarie si tengono una volta al mese e durano circa tre giorni.
Ancora più deludenti i dati se prendiamo in considerazione i voti espressi: la partecipazione al voto è stata del 38%, ovvero nell’ultimo mandato l’europarlamentare inglese ha votato 1443 volte su un totale di 3796.Questo significa che nonostante fosse presente, Farage ha deciso di non votare.
Come non biasimarlo, a volte votare può essere davvero molto faticoso. Non migliora la situazione se diamo un occhio all’attività legislativa: dal 2014 il paladino della Brexit non è mai stato relatore o relatore “ombra” di un rapporto e non ha mai emendato un solo testo vagliato dall’aula di Strasburgo.
L’unica attività svolta è stata la presentazione di tre interrogazioni scritte alla Commissione Europea. Se l’impegno politico, legislativo e istituzionale è pari a zero, se gli obiettivi politici si sono esauriti, se è così ansioso di riottenere quella vita privata che accusa essergli stata tolta dalla politica perché Nigel Farage non assume un atto di responsabilità e termina la propria esperienza presso il Parlamento Europeo?
Al momento l’honorable Nigel Farage è un signore che non lavora e che viene pagato con i soldi di quella tanto vituperata Unione Europea. A volte, quando gli interessi personali sono molto forti, si opta anche per il Remain, anche se un Remain al Parlamento Europeo?
Giorgio Mirando