Il cognato di Renzi indagato per riciclaggio
Andrea Conticini, marito della sorella del presidente del Consiglio Matteo Renzi, è stato indagato dalla procura di Firenze per riciclaggio. A rivelarlo, il quotidiano La Nazione, che ieri ha riportato la notizia di alcune perquisizioni da parte della Guardia di Finanza fiorentina sia nella casa del cognato del premier a Rignano sull’Arno, alle porte del capoluogo toscano, sia in quelle dei due fratelli a Castenaso, nel bolognese.
Il cognato di Renzi indagato per riciclaggio
La lente d’ingrandimento dei pubblici ministeri, Giuseppina Mione e Luca Turco, è focalizzata su una triangolazione di denaro in cui sarebbero coinvolti anche i due fratelli del Conticini, Alessandro e Luca, che sono stati indagati, invece, per appropriazione indebita.
Secondo le indagini, infatti, ci sarebbe stata una transazione di denaro da organizzazioni umanitarie importanti come Unicef e Operation Usa alla Play Therapy Africa Limited, attiva nell’ambito della cooperazione internazionale e guidata proprio da Alessandro Conticini. Tale denaro sarebbe stato, poi, stornato sui conti del Conticini “senza idonea causale” e sarebbe stato affidato da Alessandro al fratello Andrea, il quale avrebbe impiegato le cifre per l’acquisto di quote di una società.
Somme che, come afferma il quotidiano fiorentino, riguardano “un’operazione internazionale da svariate centinaia di migliaia di euro, che avrebbero fatto drizzare le antenne alla Banca d’Italia, la quale ha segnalato il movimento sospetto alla procura guidata da Giuseppe Creazzo”. Operazione, quella su cui si sono concentrati gli inquirenti, che sarebbe cominciata nel 2011 e che “sarebbe proseguita fino al gennaio del 2015”.
Gli accusati, però, si difendono presentando un ricorso al tribunale del riesame per richiedere la restituzione di quanto sottratto durante le perquisizioni.
“Contestiamo le accuse, non vi è stata alcuna appropriazione indebita e la stessa prospettazione della procura non si regge dal punto di vista logico e giuridico perché ci saremmo appropriati di somme di una società di cui siamo soci esclusivi” ha spiegato il legale dei Conticini, Federico Bagattini, secondo il quale il sequestro ordinato dalla procura non riguarda l’ipotesi di raggiro ai danni degli enti umanitari.
“I soldi ricevuti da queste organizzazioni sono pagamenti regolari alla Play Therapy Africa Limited, avvenuti dopo la verifica dell’effettiva esecuzione dei mandati ricevuti. Quello che si contesta è che poi queste somme, appartenenti alla Play Therapy Africa limited, sarebbero state utilizzate a fini individuali, per interessi privati e non della società” ha proseguito, poi, Bagattini. Come riporta La Nazione, comunque, “il quadro diventerà più chiaro quando la procura depositerà le sue carte, in vista dell’udienza del tribunale del riesame”.