Sondaggi centrodestra, per EMG il calo è preoccupante
Sembrava essersi ripreso la settimana scorsa, ma evidentemente era solo un fuoco di paglia: il calo dei partiti di centrodestra nell’ultimo sondaggio riprende e sembra relegare la coalizione al terzo posto escludendola dal ballottaggio in questo tripolarismo che ormai domina il panorama politico italiano.
Forza Italia è il partito che vede il calo maggiore, seguito dalla Lega Nord.
Ma vediamo i dati
Sondaggi centrodestra: giù del 1,2% mentre il M5S sale ancora
Il Movimento 5 Stelle ritorna primo partito guadagnando 4 decimi e andando al 31,3%, staccando così di mezzo punto il PD che probbilmente soffre delle ennesime fibrillazioni interne legate anche al tema del referendum e alle eventuali modifiche dell’Italicum.
Ma sono i partiti del centrodestra che maggiormente soffrono: la Lega Nord perde 4 decimi, Forza Italia addirittura 7, andando al 13 e 12,5%. Fratelli d’Italia si mantiene al 3,7%. Nel complesso calano del 1,2%
Bene Sinistra Italiana che torna sulla soglia del 3%, cui del resto si avvicina ma senza raggiungerla anche NCD/UDC
Con il voto per liste unitarie, cosa che riguarda soprattutto il centrodestra, le cose non cambiano molto: è il centrodestra praticamente l’unica forza a perdere voti, 8 decimi che la portano al 28,6%, lontana da M5S e PD, che con il 31,3% e il 30,6%, in aumento, sono i primi due partiti destinati a sfidarsi al ballottaggio se le cose non cambiano
Sondaggi centrodestra, Salvini e Berlusconi esclusi e perdenti nei ballottaggi
I ballottaggi appunto, il punto di forza del M5S, ma quello di debolezza del centrodestra, che anche se riuscisse ad accedervi sembra destinato a essere sconfitto in modo più o meno schiacciante: addirittura del 13,4% contro il Movimento 5 Stelle, “solo” del 4,2% contro il PD, che tra l’altro perderebbe del 8,4% contro i grillini stessi
Trend stabile infine per le intenzioni di voto per il referendum costituzionale: in aumento sia il Sì che il No e in calo gli indecisi. Man mano che la gente si schiererà entrambe gli schieramenti crescono, ma rimane in vantaggio il No, del 1,7%, ancora poco, c’è tempo per il Sì di recuperare, ma anche per il No per allungare il passo