Referendum costituzionale a fine novembre per sfruttare l’effetto elezioni americane?
Il referendum costituzionale potrebbe svolgersi nella seconda metà di novembre e non più il 6 dello stesso mese come era nelle intenzioni del premier. Il motivo è da ricercare nelle elezioni americane che si terranno l’8 novembre.
A riportare l’indiscrezione è La Stampa nell’edizione odierna.
È una suggestione ma la dice lunga sul fatto che sulla data del referendum ancora in bilico, nel Pd tutte le armi vengono analizzate dai vari strateghi. Perché «se vince Trump, scatta la paura, tutti a gridare attenti ai populismi e quindi effetto di trascinamento automatico sul rischio grillini. Se vince la Clinton, va bene lo stesso, può scattare l’effetto trascinamento del vento dei Democratici», sorride Francesco Boccia prima di entrare in aula. È solo una delle suggestioni che potrebbe ispirare chi volesse consigliare il premier di far slittare la data del referendum italico oltre metà novembre. Tutte giocano sulla circostanza non secondaria che forse i margini potrebbero esserci per restare nei termini di legge entro cui convocare le urne: la Cassazione potrebbe forse terminare le operazioni di controllo sulle firme a metà settembre, calcolando i tempi di eventuali ricorsi; dunque la scadenza (dai 50 ai 70 giorni) entro cui fissare il referendum sarebbe rispettata anche se si finisse in coda a novembre.