Legge elettorale, arriva il Bersanellum: maggioritario senza ballottaggio
Legge elettorale, arriva il “Bersanellum”: un sistema maggioritario senza ballottaggio e con un sistema di sbarramento diverso dall’Italicum, per evitare che il partito che ha ottenuto il 20% dei voti al ballottaggio possa avere il 55% dei seggi. E’ questa la legge elettorale alternativa che hanno presentato oggi i bersaniani Federico Fornaro e Andrea Giorgis, pochi giorni dopo l’entrata in vigore dell’Italicum (1° luglio 2016).
Legge elettorale, arriva il Bersanellum: maggioritario senza ballottaggio
“Si tratta di un sistema a turno unico che non è una manutenzione o una rivisitazione dell’Italicum, ma un meccanismo per garantire la governabilità, senza deformare la rappresentatività” – ha dichiarato al Sole24ore.com il sen. Fornaro, e ha aggiunto: “non ci sono accordi preventivi con le forze politiche: è un modello alternativo che poniamo come piattaforma della discussione”. Il Bersanellum, come è stato ribattezzato, non sarebbe una rivisitazione dell’Italicum, ma “un meccanismo per garantire la governabilità, senza deformare la rappresentatività”. Una delle novità sarebbe infatti l’eliminazione del ballottaggio, che oggi consente a un partito che ottiene poco più del 20% di avere il 55% dei seggi in parlamento.
Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, ai microfoni di Rainews24 ha difeso l’attuale legge: “una legge buona, che funziona, che sarà sottoposta al vaglio della Corte costituzionale se vincerà il sì al referendum perché questo prevedono le riforme” – ma non ha chiuso alle modifiche: “se il Parlamento decide di modificarla perché ci sono i numeri su una proposta diversa, ovviamente il Parlamento è sovrano”.
A stretto giro è arrivata anche la replica di Matteo Orfini, presidente del PD. Intervistato da Alessandro De Angelis, per l’Huffington Post, Orfini apre al dibattito sull’Italicum e propone la modifica della legge elettorale ‘alla greca’: “per un paese come il nostro, con la nostra storia politica, il modello migliore è quello greco” – ovvero turno unico con premio di maggioranza al primo partito, che consente di “tenere insieme l’esigenza di rappresentanza della pluralità delle culture politiche del paese, tema indispensabile in un momento in cui forte è il distacco dalle istituzioni, e quella di governabilità, che rispetto al modello greco potrebbe essere resa più forti con accorgimenti specifici”. Orfini non chiude alla proposta della minoranza, ma precisa: “personalmente rimango dell’idea che ho sempre avuto, prima e dopo l’Italicum: per un paese come il nostro, con la nostra storia politica, il modello migliore è quello greco”.