Non lasciamoci intimidire dal titolo un po’ verboso dell’articolo. Più in generale, non lasciamoci intimorire dai titoli: tutti i libri hanno un titolo, se ci rifletti anche quelli che non l’hanno, e dopo tutto, se ti sei avventurato all’interno di queste prime righe, caro mio vecchio buon internauta del XXI secolo senza più il tempo nemmeno per leggere uno straccio di trafiletto, debbo quantomeno darti immantinente buona parte della “ciccia” intellettuale del pezzo. Il resto, da bravo bambino/a, lo avrai strada facendo.
Sei di fronte ad un articolo frizzante, dal tono vivace, vorace e per certi versi scanzonato, ma basta tergiversare: ecco a te alcuni consigli di lettura, libri per la bella stagione, per vivere bene la tua estate. Qualcosa di meglio rispetto al classico confuso e illuso sol terrifico del meriggio condito da messaggi di chat in un insipido minestrone di applicazioni (non mentali naturalmente, ci mancherebbe altro).
Coraggio! Usufruisci di qualche puntino di sospensione e lascia perdere, prendi un libro in mano, possibilmente leggine il contenuto fino all’ultima pagina, scandendo grandi respiri d’eterno. Lo diceva già Borges (e se non sai chi è Borges prosegui nella lettura del bugiardino): “Che altri si vantino delle pagine che hanno scritto, io sono orgoglioso di quelle che ho letto”.
Arrivati a questo punto della barricata debbo già farti i miei personali complimenti e rispondere ad una domanda. Perché mai dovresti leggere ciò che un perfetto signor qualunque, giornalista di una testata qualunque ha il piacere di porre alla tua attenzione, e si spera curiosità, sulla base della sua personale e miseranda esperienza della vita terrena?
Non dovresti, infatti, ma già che ci sei, spero tu sia in vacanza, perché non provare? Metti via un attimo quel dannato tablet, a meno che tu non lo stia utilizzando per visualizzare l’articolo, in quel caso gloria eccelsa per il tablet, e scopri cosa il bazar ha allestito per te sulla pubblica piazza. Agorà satura di libri, piena di pagine e parole, prosa e versi, saggi e meno saggi, benvenuto: questi i miei occhiali per leggere la realtà, una, fra le tante.
Libri e bibliofili libranti nell’etere: una lista della spesa
Eccoti dunque, come promesso, i miei 10 e non più (in realtà potrei anche fare di più, ma perderei la soglia di attenzione dell’utenza a me tanto cara).
1) Miguel de Cervantes, Don Chisciotte della Mancia, (Mondadori, pp. 822, euro 16,00). Non potevo non inserire un titolo che è insieme un Ginnasio ed uno strumento cognitivo indispensabile. Il metodico quanto irreale cavaliere errante ci stimola a guardare i mulini a vento della nostra vita e ad affrontarli sempre, prescindendo dalla vereconda raziocinante stasi di Sancho Panza. Siamo trascinati nella più eccezionale delle avventure per tutte le età: libri di tal fatta dovrebbero esser tenuti a mo’ di breviario, sempre, ovunque e a portata di mano.
2) Vittorio Sermonti, Se avessero, (Garzanti, pp. 210, euro 18,00). Una mattina di maggio del 1945, una piccola proprietà alla periferia di Milano, tre partigiani armati fino ai denti minacciano un eccidio, sono alla spasmodica ricerca di qualcosa. Il ricordo dell’autore mescola la storia della Resistenza alle sfaccettature delle identità comuni di quei giorni, ripercorrendo, contemporaneamente, le tappe di una esistenza al fulmicotone. Incidentale e subordinato, non il classico romanzo di chi, dinanzi agli eventi, si dichiarò antifascista.
3) Primo Levi, Il sistema periodico, (Einaudi, pp. 266, euro 11,00). Chi non ha mai agognato, anche soltanto per un istante, i segreti della Pietra filosofale nonché l’alchimia della natura tanto pretesa dal Faust di Goethe? Chi non si è mai chiesto di cosa possa essere composto il proprio corpo, del movimento degli atomi, o anche soltanto di dove potesse essere finito il suo tanto prezioso Cloruro di Sodio per la pasta del pranzo? Se per caso ti stessi domandando di cosa io stia blaterando mettiti comodo ed intraprendi la lettura. In questa antologia di racconti, scanditi associando meravigliosamente alcuni elementi della Tavola periodica alle vicende narrate, Levi ci trascina con sé unendo garbo a maestria.
4) Jung – myung Lee, La guardia, il poeta e l’investigatore, (Sellerio, pp. 387, euro 16,00). Questa, caro lettore, è una vera chicca. Ho reperito il tomo per un concorso di cause assolutamente contingenti ed in questa sede trascurabili, rimanendone però estasiato. Credo sia uno di quei libri che varrebbe la pena analizzare più e più volte. Anno 1944, la Corea si trova sotto l’occupazione militare del Giappone e nella prigione di Fukuoka vigono inflessibili e brutali leggi di “rieducazione”. Un omicidio improvviso e una indagine avvincente portata avanti da un raffinato giovane, guardia carceraria, amante della letteratura, saranno gli scalpelli attraverso i quali scoprire quanto l’espressione libera del verso poetico possa essere una alternativa alla perdita della propria coscienza. Intreccio magnifico pieno di succulente note a margine che rimandano alle più varie e importanti antologie poetiche d’appendice: Rilke, Coleridge, Dickinson, Pound sono soltanto alcune delle sollecitazioni sapientemente inserite nell’impasto dall’autore.
5) Derek Walcott, Egrette bianche, (Adelphi, pp. 189, euro 19,00). Giunti alla metà della nostra beneamata lista, e dato che si è appena accennato alla poesia, ecco una raccolta meritoria. La metrica di Walcott è davvero un salto nel buio. Una volta lasciata alle spalle la paura della forza di gravità è però un manifestarsi d’ossigeno necessario. Alla fine del libro hai la sensazione di aver conosciuto un nuovo amico. Tante le tematiche trattate, con metafisico sguardo, da Walcott. Il piacere, la schiavitù dei sensi, la senilità, la città, la morte, i rapporti civili ed anche il paesaggio di mare. Parafrasando Iosif Brodskij, direi che la poesia di Walcott è un’onda che si infrange sulla rena e ne è al tempo stesso la sua risacca. Puntuale e precisa la traduzione di Campagnoli. Consiglio di leggere ogni lirica anche in lingua originale, validissimo esercizio.
6) Sam Kean, Il cucchiaino scomparso, (Adelphi, pp. 408, euro 13,00). Lasciamo i versi e appropinquiamoci alla saggistica. Mi si dirà che l’estate non è però il periodo migliore per dedicarsi ad un ponderoso saggio di scienza applicata: tuttavia la scienza che Kean fa trasudare dalle pagine de Il cucchiaino scomparso è una scienza divertente, molto istruttiva, che si allaccia continuamente a tutti i campi del sapere umano raccontandone emblematiche storie. Anche in questo caso, come in Levi, c’entrano gli elementi chimici e la Tavola periodica. Questa volta però il terreno è più vasto e dai numeri atomici passeremo con disinvoltura alla meccanica quantistica, al Principio di indeterminazione di Heisenberg, fino al cucchiaino fatto di Gallio, che al contatto con il tè si decompone del tutto, annichilendosi.
7) Andrea Greco, Giuseppe Oddo, Lo Stato parallelo, (Chiarelettere, pp. 332, euro 17,50). Per gli amanti dell’inchiesta e del reportage eccoci ora dinanzi ad una indagine razionalmente condotta. Le pagine riportano quasi cinque anni di dati e letteratura giornalistica di stampo giudiziario circa uno degli enti più importanti e controversi della nostra economia nazionale: l’Eni. Le trame e gli intrecci sono ben chiariti in un susseguirsi di vicende e dati, nonché di testimonianze e dialoghi probatori che solcano la storia del colosso petrolifero dai tempi di Enrico Mattei fino alle più recenti gestioni finanziarie d’azienda di Bernabè, Mincato, Scaroni e Descalzi.
8) Corrado Stajano, Maestri e infedeli, (Garzanti, pp. 376, euro 20,00). Un affresco del nostro Paese non può mancare. Pochi son però quelli in grado di riuscire a darne dei tratti geometrici con mano ferma e lungimirante senso escatologico della storia. A mio modesto avviso Corrado Stajano rientra in questa esigua categoria. Una carrellata di interviste e di analisi condotte con alcuni tra i più significativi ed esimi personaggi della storia d’Italia a partire dagli anni Sessanta. Il testo è un po’ vecchiotto, dunque difficilmente reperibile complice anche una edizione non recentissima, il Web, tuttavia, può venirci in aiuto.
9) Italo Calvino, Lezioni americane, (Mondadori, pp. 164, euro 12,00). Impossibile esimersi. Calvino è la rappresentazione di una delle più prolifiche scuole letterarie recenti, un tesoro da proteggere e custodire. In questo ciclo di lezioni il maestro esemplifica alcune proposte d’intenti per la scrittura del domani. Una introspezione rigorosa ed effervescente, vorticosa e razionale. A lui debbo gli anni della mia formazione, l’amore per le lettere e per la storia: a lui ed alla mia professoressa di letteratura del Liceo, che l’Olimpo li abbia in gloria entrambi.
10) Javier Cercas, L’impostore, (Guanda, pp. 364, euro 20,00). Chiudo con un romanzo incentrato sul paradigma dell’identità, della verità e della menzogna. Quand’è che una storia diventa universalmente accettata dalla pubblica opinione fino alla generazione del conseguente “simulacro d’oggettività”? Qual è il limite entro il quale una tradizione possa considerarsi inviolabile, ma soprattutto, qualora tale narrazione degli eventi dovesse poi rivelarsi una colossale panzana, quanti sarebbero davvero in grado di accettarne il cambiamento conseguente? Scopriamolo seguendo le vicende di Enric Marco, il perfetto impostore, colui il quale è riuscito a diventare il simbolo della Resistenza al potere di Franco scaturito dalla Guerra civile spagnola del 1936. Una icona, una egida morale: falsa. Tutto inventato ad arte, un’arte talmente raffinata da cambiare il senso delle categorie comuni.
Riccardo Piazza
*Ndr: I prezzi dei libri segnalati nell’articolo si riferiscono all’acquisto nelle librerie comuni, potrebbero pertanto non coincidere con quelli riportati all’interno dei negozi online di riferimento.