Parisi: tutto dipende dal referendum
Dopo l’intervista alla Stampa, il centrodestra si interroga sulla possibile leadership di Stefano Parisi. A inquadrare meglio la situazione probabilmente Angelino Alfano, che di scalate al vertice degli “azzurri” è un esperto, malgrado tutto: “credo non lo attendano tappeti rossi” ha detto il ministro dell’Interno in un’intervista al Corriere della Sera. D’altra parte, il quotidiano di Via Solferino avvalora l’ipotesi che il primo tifoso dell’ex Ad di Fastweb sia proprio Silvio Berlusconi che si vede bene nel ruolo di “fondatore” del nuovo schieramento pensato dall’imprenditore.
Parisi: tutto dipende dal referendum
Tuttavia, il piglio di Parisi è apparso troppo “decisionista” e la sua strategia quantomeno “irrealistica” per poter incontrare il favore anche nelle fila del partito. A testimonianza di ciò le parole di Gentiloni, per il quale “neanche a lui a livello nazionale può riuscire il gioco di prestigio di far scomparire Matteo Salvini, Giorgia Meloni, e i rispettivi partiti”, ma anche quelle di Fitto: “no personalismi e stanze chiuse. Servono contenuti liberali, competizione di idee, primarie per unire centrodestra e far scegliere cittadini”.
D’altra parte, l’investitura via primarie viene consigliata a Parisi anche da Alfano che nonostante la positiva esperienza alle amministrative, quando Sala ha unito il centrodestra dall’Ncd alla Lega, ha ribadito la distanza dal programma dell’ex candidato sindaco milanese principalmente per due motivi: apertura al Carroccio e No alla consultazione autunnale. A tal proposito, Renato Brunetta, tra le righe di un’intervista rilasciata sempre al CorSera, prova a rasserenare l’ambiente chiarendo che il destino di Parisi e della coalizione di centrodestra sono “tutte cose che vengono dopo il referendum. Non prima. Forza Italia ha bisogno di una sola cosa. Che vinca il No”.