Settanta anni: questa la lunga durata della sinistra, piuttosto che del centro sinistra, al governo della città di Livorno. Dal Partito Comunista, che proprio lì in quella città ebbe i natali il 21 gennaio 1921, passando per il Pds, per i Ds ed infine per il Pd: queste le formazioni politiche si sono successe, esprimendo per oltre mezzo secolo, la figura di sindaco, assessori e maggioranza della città portuale toscana. Da oggi, invece, per la prima volta in così tanto tempo, i cittadini livornesi hanno espresso la volontà di tagliare col passato votando Filippo Nogarin primo cittadino: è membro del Movimento 5 Stelle.
Il volto giovane e ‘nuovo’, quello del 39enne Marco Ruggeri, non è servito al Partito Democratico per confermarsi guida di Livorno. Il perito chimico ed ex consigliere regionale dem ha ottenuto ‘solo’ il 47% dei consensi al ballottaggio di domenica 8 giugno, a fronte del 53% incassato dal candidato pentastellato, Nogarin: 44enne, ingegnere aerospaziale, candidato alla guida del Movimento cittadino dal 24 marzo, giorno in cui si sono svolte le consultazioni online all’interno del M5S. Nato a Rosignano, abita a Castiglioncello, è stato nominato tesoriere dell’Ordine degli Ingegneri di Livorno poco tempo fa.
Rispetto al primo turno di due settimane fa, quello di Livorno è stato un vero e proprio terremoto politico: al tempo, infatti, Ruggeri aveva conquistato un buon 40%, il quale lo aveva proiettato all’idea di riconquistare lo scranno più alto di Livorno in nome dell’alleanza di centro sinistra. Al contrario, colui che partiva in forte svantaggio era Nogarin, col suo 19%, addirittura una percentuale più bassa rispetto a quella nazionale dei 5 Stelle. Poi ieri l’inversione ad ‘u’ e l’elezione del pentastellato alla carica di sindaco di Livorno, alla quale hanno contribuito anche alcuni leader cittadini di destra in funzione anti-Pd. Le prime parole del neo primo cittadino sono state queste: “abbiamo vinto. Siamo riusciti a scardinare un potere che affliggeva Livorno da settant’anni. Questa città è meravigliosa. Sono commosso”.
Intanto nel centro sinistra iniziano le rese dei conti. In quella città dove la sinistra superava spesso il 70% e nella quale, ripetiamo per l’ennesima volta, non avevano mai perso gli eredi del Partito Comunista, il primo a parlare della storica sconfitta è il sindaco uscente, Alessandro Cosimi: “ho stima per Marco Ruggeri, ma sin dall’inizio avevo idee diverse. Avrei preferito un altro candidato, proveniente dalla cosiddetta società civile, capace di allargare il campo del centrosinistra”. Sulle ragioni della sconfitta, Cosimi afferma come queste vadano “ricercate innanzitutto all’interno del PD. Ci sono poi fattori di sofferenza locale, di un modello di sviluppo giunto al capolinea”. L’ex primo cittadino conclude su Nogarin: è una “essere persona seria, che senza gridare ha affrontato con serietà la campagna elettorale”.
Daniele Errera