Ecco perché Vivendi ha rinunciato al 100% di Mediaset Premium
Lo scontro tra Mediaset e Vivendi con ogni probabilità finirà in tribunale a colpi di cause miliardarie. Questo, il risultato della rottura che si è materializzata nella giornata di oggi tra i due gruppi. E a risentirne è soprattutto il titolo Mediaset che a Piazza Affari in mattinata ha perso fino al 14% del suo valore, prima della sua sospensione. Infatti oggi, il gruppo guidato da Vincent Bollorè – che nel frattempo sta trattando col governo sulla banda ultralarga in quanto primo azionista di Telecom– oggi ha annunciato di non voler rispettare l’accordo firmato tra le due parti lo scorso 8 aprile. In quell’occasione Mediaset e Vivendi avevano stipulato un “accordo strategico industriale” per l’acquisizione dell’89% delle azioni di Mediaset Premium, la pay-tv del Biscione. Oggi, a pesare sulla decisione dei francesi sarebbe stata la condizione precaria proprio di Premium che, secondo il Sole 24 Ore, avrebbe fatto registrare perdite per 83 milioni nel 2015 e 65 nel primo trimestre del 2016, andando a pesare sui conti di tutto il gruppo che ha chiuso i primi tre mesi dell’anno in rosso di 18 milioni.
Mediaset Premium, la giravolta di Vivendi
La virata del gruppo francese è stata descritta stamani in un comunicato diramato da Cologno Monzese, che ha informato di essere stata messa al corrente solo ieri della nuova situazione: “confermato lo scambio del 3,5% del capitale di Vivendi e del 3,5% del capitale di Mediaset, (il gruppo francese, ndr) propone di acquistare soltanto il 20% del capitale di Mediaset Premium e di arrivare a detenere in tre anni circa il 15% del capitale di Mediaset attraverso un prestito obbligazionario convertibile”. Quindi, è la sostanza del comunicato, Vivendi non vuole in alcun modo rispettare il contratto stipulato in aprile. “La lettera di Vivendi – continua la nota di Cologno Monzese – elude un riscontro puntuale ad un’intimazione rivoltale da Mediaset ad adempiere ai propri obblighi contrattuali – finora inadempiuti – in primo luogo quello di notificare tempestivamente l’acquisto del controllo di Mediaset Premium alla Commissione Antitrust della Ue”. Insomma, in questi tre mesi, Vivendi non avrebbe neppure comunicato all’Antritrust Ue i termini del patto, ovvero lo scambio del 3,5% dei rispettivi pacchetti azionari e l’acquisizione dell’89% di Premium (il restante 11% delle azioni saranno acquistate dal gruppo spagnolo Telefonica che però le girerà subito a Vivendi).
Mediaset Premium, ceo di Vivendi: troveremo una soluzione
Sempre in mattinata il gruppo francese ha diramato un comunicato di risposta in cui vengono evidenziate le “differenze significative” tra i due gruppi emerse durante le trattative, auspicando “un nuovo accordo su termini diversi”. Intorno alle 12, poi, il ceo di Vivendi Arnaud de Puyfontaine ha convocato una conferenza stampa in cui ha toccato anche la questione “Mediaset Premium”: “Abbiamo formulato una nuova proposta, la volontà di fare un accordo resta più che mai. Sono ottimista, non penso che non si troveranno soluzioni”. Ma oltre al fatto che non ci sarebbe ancora niente sul tavolo, come ha ammesso lo stesso de Puyfontaine, Mediaset non sembra in alcun modo riaprire le trattative concluse lo scorso aprile. Per giovedì, intanto, è convocato il cda di Mediaset per discutere della nuova “proposta” e della “gravissima comunicazione dell’amministratore delegato di Vivendi”.
I motivi della rottura: pessimi conti e i diritti del calcio
Quali sono i motivi del mancato rispetto dei patti? Oltre alle pessime condizioni di Mediaset Premium, secondo il Sole 24 Ore, ad influenzare la scelta sorprendente di Vivendi sarebbe stata la “zavorra” dei diritti televisivi per la Champions League (2018-2021) e per la Serie A.
@salvini_giacomo