Istat: gli Italiani si interessano ancora alla politica? E come?
Istat: gli Italiani si interessano ancora alla politica? E come?
I dati sull’affluenza alle urne durante le ultime elezioni regionali di Giugno 2016 ci hanno restituito un quadro piuttosto in calo rispetto alle consultazioni degli anni precedenti. Spesso la disaffezione dei cittadini Italiani nei confronti della politica viene ovviamente additata come la principale causa di questo trend in negativo. I recenti dati della rilevazione “Aspetti della vita quotidiana” dell’ISTAT rilasciati a Febbraio del 2016 ci possono aiutare a comprendere come cambia il rapporto degli Italiani con la politica a seconda della fascia di età che si prende in considerazione.
Istat: gli Italiani si interessano ancora alla politica? E come?
I giovani dai 18 ai 34 sembrano essere i più lontani dall’interessarsi ai fatti della politica Italiana con una frequenza media inferiore a quella settimanale. Al contrario, entrambe le fasce di età tra i 35 e i 59 e al di sopra dei 60 anni dichiarano di informarsi circa la politica Italiana almeno una volta a settimana. Queste differenze generazionali si fanno ancora più evidenti osservando le modalità con le quali oggi ci si informa di politica in Italia.
Tra i più di 50.000 intervistati dall’ISTAT, la netta maggioranza dichiara di tenersi aggiornato tramite la televisione mentre lo scambio di informazioni con altre persone (inclusi famigliari, amici, colleghi o conoscenti) sembra proprio non reggere il confronto con il piccolo schermo soprattutto nelle due fasce di senior. La carta stampata inoltre, sembra essere uno strumento informativo decisamente poco utilizzato e a cui ricorre ormai meno della metà degli Italiani quando si tratta di politica. Se da una parte questi dati ci indicano quanto sia chiaro il distacco di interesse tra una generazione e l’altra, altrettanto ci aiutano a comprendere quanto la politica sia diventata un fatto privato, quasi intimo, che finisce per essere slegato da quel contesto sociale a cui tuttavia dovrebbe essere interamente riferito. L’andamento futuro di cali o aumenti di affluenza alle urne avrà quindi la televisione tra i suoi primi indiziati.
Giovanni Piumatti