Pd, Nardella commenta la sconfitta di Livorno: “Abbiamo sbagliato”
“Il voto amministrativo è un voto non ideologico ma concreto, che contiene il giudizio sull’amministrazione uscente”. Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, partecipando oggi alla rassegna stampa del Tgt dell’emittente tv toscana Italia 7, riguardo alla vittoria del Movimento 5 Stelle sul Pd a Livorno dopo 70 anni di amministrazioni rosse. Su Livorno Nardella ha ricordato di “essere andato a sostenere il candidato del Pd, Marco Ruggeri, che ieri si è preso la responsabilità di quanto è successo. Ma la verità è che Ruggeri si è sobbarcato il peso di una sinistra che in questi anni a Livorno ha sbagliato“.
Quanto all’affermazione del Movimento 5 Stelle, ottenuta anche in altre città, Nardella ha spiegato di “non leggere queste vittorie come un dato nazionale; queste situazioni devono essere interpretate posto per posto”. A livello generale, ha poi sottolineato il sindaco di Firenze, “c‘è una sinistra nuova, che ha rivoluzionato il Pd dall’interno ed ha portato il partito al 40%; e poi c’è ancora, in alcune realtà, l’anima del vecchio Pd. Il risultato negativo si è verificato nelle città dove il Pd non si è rinnovato”.
Su Livorno arriva anche l’opinione del regista Paolo Virzì: “Se si usano le categorie nazionali di quello che è successo a Livorno non si capisce nulla, non si capisce che non ha vinto Grillo e non ha perso Renzi, ma che è stata la sinistra a punire se stessa” afferma Virzì, commentando la storica vittoria del candidato M5S Filippo Nogarin, con il 53,1% dei consensi. “Conosco tanti, anche e soprattutto a sinistra, che hanno votato M5S perché erano feriti, volevano vedere il sangue, affermare il bisogno di cambiare – prosegue Virzì – Negli ultimi dieci anni Livorno è stata colpita da una crisi mortale che ha preso a galoppare negli ultimi cinque anni. L’amministrazione cittadina non ha percepito la necessità di un cambiamento radicale, ha la responsabilità di aver dormito, non ha risposto al bisogno di riconvertire una città industriale ed operaia proiettandola verso altri destini”.