Sondaggi politici: dopo la Brexit gli europei non fanno sconti
Sondaggi politici: dopo la Brexit gli europei non fanno sconti
Apertura al dialogo ma solo a determinate condizioni: vale a dire, nessun trattamento di favore. E’ questo quanto emerge dall’ultimo sondaggio condotto da YouGov sul tema delle conseguenze del referendum Brexit e sulla possibilità di un nuovo accordo tra l’Unione Europea ed il Regno Unito. Un argomento in cui emerge il risentimento di buona parte delle opinioni pubbliche continentali intervistate.
YouGov ha chiesto un’opinione sul tema ai cittadini di Germania, Francia, Svezia, Danimarca e Finlandia, oltre che dello stesso Regno Unito. Sull’aspetto specifico di uno scambio tra libero commercio in cambio di libera circolazione, i cittadini britannici continuano a fare la voce grossa: il 42% di loro vorrebbe ottenere da Bruxelles un accordo di libero scambio anche in assenza di libertà di movimento, mentre il 31% di loro è disposto a cedere su quest’ultimo punto pur di ottenere la libertà di commercio. Ma ciò che risulta più evidente è il risentimento dell’opinione pubblica tedesca e francese: 1 su 4 chiude alla possibilità di qualsiasi accordo di libero scambio commerciale, un atteggiamento decisamente meno possibilista di quello degli altri Paesi più a nord.
Sondaggi politici: dopo la Brexit gli europei non fanno sconti
La diffidenza di Francia e Germania emerge ulteriormente quando il tema diventa la concessione a Londra di un accordo più o meno generoso. Il 54% dell’opinione pubblica di entrambi i Paesi è assolutamente contrario a concedere ulteriori favori al Regno Unito. Più possibilisti i cittadini di Danimarca, Finlandia e Svezia, che ricordano l’importanza di Londra quale partner commerciale.
Ad ogni modo, la spaccatura causata dal referendum del 23 giugno non sembra essersi affatto rimarginata. Secondo YouGov, infatti, se oggi si votasse di nuovo vincerebbe ancora il Leave: 44% contro il 43% per il Remain, a fronte di un 13% di astenuti e indecisi. E la maggioranza assoluta dei britannici (53%) guarda al futuro dell’UE con pessimismo.
(grafici YouGov)