Ecco perché Renato Schifani è tornato con Berlusconi
Ecco perché Renato Schifani è tornato con Berlusconi
Renato Schifani, ex capogruppo di Area popolare, è tornato in Forza Italia. L’annuncio del rientro è arrivato con una nota di Fi: Schifani ha “continuato a coltivare le radici e i valori fondativi di FI, tanto da essere indotto al gesto di abbandono della sua importante carica nel momento in cui ha riscontrato una divergenza insanabile tra l’indirizzo politico di Ap ed il suo pensiero” – si legge.
Nella nota si spiega inoltre come Silvio Berlusconi abbia accolto “con favore” la disponibilità di Schifani a tornare nel partito. L’ex capogruppo Ap “nel ringraziare sentitamente il presidente Berlusconi, ne ha raccolto con convinzione ed entusiasmo l’invito rivoltogli, impegnandosi fin da adesso a dare il proprio massimo contributo per le iniziative politiche di Forza Italia”.
Renato Schifani torna in Forza Italia
Renato Schifani aveva lasciato Forza Italia il 15 novembre 2013 con la scissione del Popolo della Libertà. Il 16 novembre 2013 aveva aderito al Nuovo Centrodestra guidato da Angelino Alfano. Le dimissioni da capogruppo di Ap sono arrivate lo scorso 19 luglio in contrasto con la linea politica del partito che, secondo Schifani, avrebbe perso la sua missione di soggetto moderato, appiattendosi sulla linea del Pd.
Il ritorno di Schifani è stato accolto con favore dagli azzurri. Il capogruppo alla Camera Renato Brunetta ha visto nel ritorno dell’ex capogruppo di Ap il “fulcro per la costruzione di un futuro centrodestra di governo”. Per Paolo Romani, capogruppo al Senato: “la ricostruzione di un forte e ampio schieramento di centrodestra passa anche dal rinnovato coinvolgimento delle personalità che hanno fatto parte della sua storia e che vogliono contribuire al suo futuro. La scelta di Renato Schifani di riavviare il percorso comune all’interno di Forza Italia non può che essere salutata con favore ed è in linea con la necessità che lavori alla costruzione dell’alternativa di governo alla sinistra di Renzi”. Maurizio Gasparri invece, auspica una “ricomposizione del centrodestra che ovviamente deve partire dall’opposizione al governo Renzi e da una scelta alternativa alla sinistra”.